Il 14 giugno, davanti a un asilo di Casal Palocco, una Lamborghini Urus si è schiantata a velocità folle contro una Smart. Manuel Proietti, bimbo di 5 anni, è morto. Al momento dell’impatto gli occupanti del SUV, noti sui social come “The Borderline”, stavano registrando una challenge destinata al loro canale youtube. La tragedia ha innestato una serie di commenti più o meno sdegnati, ma accomunati da un respiro corto e un orizzonte limitato. Per andare alla ricerca delle cause profonde dell’accaduto, il Timone ha contattato don Antonello Iapicca, romano di nascita ma da 34 anni missionario in Giappone. Distante 10.000 chilometri dall’Italia, in questa densa intervista il missionario scopre non pochi altarini e punta dritto al nocciolo della questione».
Don Iapicca, che riflessioni si possono fare su una vita strappata all’amore in nome di pollici alzati? «A saltare subito agli occhi è il totale vuoto educativo. Vuoto che si riflette anche nei commenti schizofrenici che si leggono: da una parte l’eco sinistro del “vietato vietare”, dall’altra la cieca esaltazione del carcere a vita».
Il punto allora qual è? «È stata distrutta la famiglia come ambito educativo, e in ciò la “sacra missione” del progressismo liberal si è saldata al ruolo che ha avuto la tv».
Ci sono programmi che più di altri hanno agevolato la deriva in corso? «Non è questione di programmi ma di atteggiamento di fondo. Su qualsiasi tema c’è un continuo e pericoloso appiattimento. Le faccio un esempio. Quando ero in Italia, per far compagnia alla mia anziana mamma, mi capitava di guardare con lei una serie tv molto semplice e garbata, “Squadra di Polizia”. Ricordo perfettamente la figura del medico legale, assolutamente assuefatto alla morte, sempre inquadrato con un panino in mano di fianco al cadavere, mentre tra un boccone e l’altro impartiva disposizioni. Anche da qui passa la banalizzazione della morte».
Testimoni raccontano che i ragazzi del SUV, dopo l’incidente, avrebbero continuato a filmare e a sorridere verso chi li affrontava di petto. Quali sono le origini di una svalutazione dell’umano così agghiacciante? «Dal fatto che non c’è più un’educazione, nessuno cioè tira fuori dalle persone la loro umanità. …Scusi, ma se pensiamo che gli animali siano meglio degli uomini – e provi a chiedere intorno se non è così –, perché poi ci stupiamo di quello che succede? Ma c’è di più. Se uno ha un cane che abbaia, farà in modo che non lo faccia, si industrierà per addestrarlo, anche solo per portarlo più comodamente in condominio o al mare. Ecco, lo sforzo che facciamo coi cani non lo facciamo più con i nostri adolescenti».
Pensa che i genitori abbiano gettato la spugna? È davvero diventato così difficile educare i figli rispetto a trent’anni fa? «Certamente i genitori sono meno attenti, oltre a porsi molto ingenuamente “alla pari” dei figli. Ma ancora una volta non è quello il punto vero. Si parla tanto di femminicidio, per esempio, ma se noi adulti insegniamo a usare la donna come carne da piacere, senza educare i nostri bambini e adolescenti al rispetto, al valore, alla sacralità, non abbiamo fatto nulla. E “carne” può essere il corpo di una donna come l’acceleratore o il cofano di una Lamborghini, che infatti, nei video che circolano, da quei ragazzi veniva baciato».
C’è chi condanna senza mezzi termini il gioco infernale dei giovani youtuber, ad esempio Alessandro Gassman, e chi, come Luca Bizzarri, dice di non poter indossare la veste da giudice. Che idea si è fatto di quei ragazzi? «Vede, nessuno può vivere senza un bene da seguire. Per esistere, devi per forza darti un valore, e il loro sono le sfide e i follower. Non voglio certo difenderli, ma è innegabile che sono immersi in un brodo di orrori. Non a caso i loro genitori li avrebbero difesi parlando di “bravata”. Posso aggiungere una cosa scomoda?».
Prego. «Ho in testa Liliana Segre a cui hanno affiancato la Ferragni come testimonial per l’Olocausto. Oppure Fedez a Sanremo, che sdogana la fluidità, e insieme al cantante di turno mima un rapporto anale davanti a milioni di italiani. Se si pensa che per parlare ai giovani bisogna usare quel tipo di modello vuol dire che non si vuol fare la fatica di educare. É questa la schizofrenia di cui parlavo».
C’entra la rivoluzione sessuale con quest’emergenza educativa? «Joseph Ratzinger ha spiegato benissimo che nell’attuale sovvertimento antropologico la rivoluzione sessuale è stata la testa di ponte per scardinare il valore della vita. Se io valgo solo per il mio piacere, se sono solo io che gestisco il mio corpo, allora non appena questo non funzionerà più lo butterò via con l’eutanasia. Oppure non lo accoglierò qualora l’amiocentesi mostrerà che forse c’è qualche possibilità che il bimbo sia Down… Quando poi tutto ciò diventa legge, e quindi costume, ecco che il valore della persona e della vita crolla immediatamente. Quando quei ragazzi ripetevano che «la mia macchina vale un miliardo, la tua 300 euro al Conad», non facevano altro che spostare il valore di una vita, ormai declassato, su qualcos’altro, su una macchina».
Lo psicologo Paolo Crepet dice che agli youtuber in Lamborghini toglierebbe patente e social. «Puoi anche togliergli tutto, ma troveranno altro per alienarsi e sentirsi vivi. Se hai eliminato dall’orizzonte la legge morale, l’escatologia, l’idea di peccato, Dio, allora quando viene fuori il male è sempre colpa di qualcun altro. Che di volta in volta può essere Berlusconi, Trump, i social o la patente. É un atteggiamento tipicamente ideologico. Abbiamo costruito con cura questo “ambiente” e ora ne paghiamo le conseguenze».
Quanto accaduto a Casal Palocco va considerato un caso isolato o la punta di un iceberg? «I suicidi sono in aumento, c’è chi si butta da una ponte e c’è chi lo fa su Onlyfans, che è sempre un buttarsi nel vuoto. Ma è ridicolo guardare solo a quei quattro ragazzi, neanche lucidi per via della cannabis. Ripeto a costo di scandalizzare qualcuno: è più grave il politico che inneggia al “diritto d’aborto” o all’utero in affitto. É più grave, anche perché ammantato di legalità, il gesto solenne di Napolitano che firma la fine della vita di Eluana Englaro. Sono gli adulti che nutrono i nostri giovani con cibo avariato».
A proposito di cannabis, il ragazzo alla guida della Lamborghini ne aveva fatto uso, eppure chi è contro la legalizzazione della droga viene spesso considerato un retrogrado. «Qui posso fare il prete e dire che in questo rovesciamento del bene col male c’è lo stesso, solito, finanche noioso schema satanico. Siccome ci sono gli aborti clandestini, allora bisogna fare la legge, mostrando – nelle more – come eseguire aborti con la pompa di bicicletta. Come vuole introdurre l’eutanasia il radicale Cappato? Allo stesso ingannevole modo. Come verrà sdoganato l’utero in affitto? Con parole fintissime come “gestazione solidale”».
Così avverrà anche per la “droga libera che sconfiggerà le mafie”? «Chiaro. Solo che così si sdogana un crimine contro la persona. Ma anche di fronte alle tragedia di Manuel ci sarà sempre un Saviano che rilancerà: «Perché la droga no e l’alcol sì?». L’importante è spostare continuamente il piano perché questo rimanga inclinato».
Non intravede un cambio di passo politico sulla visione della società? «Si vede che Meloni e Roccella, per dire due nomi che si stanno spendono, intravedono qualcosa rispetto a questa gravissima emergenza educativa. Ma è la visione della Dottrina sociale della Chiesa l’unica bussola che può davvero salvare la situazione, l’unico sapiente aiuto a disposizione della politica perché questa operi nel modo giusto in economia, nella scuola, nel welfare, con gli anziani, con i giovani, con il lavoro».
Il padre del piccolo Manuel, straziato, sui social ha parlato di «mondo infame». «Come si legge nel Qoelet, questo è il tempo del soffrire. Non ci sono parole umane, nulla toglie il dolore, neanche la fede, cha altrimenti sarebbe alienazione. L’unica prova provata che Gesù Cristo è risorto e ha vinto la morte, sia per un novantenne morto di vecchiaia, sia per un bimbo di cinque anni ucciso da un gesto folle, è che anch’io, genitore, risorga dalla morte e riesca a perdonare. Quello è il Cielo, è avere dentro lo spirito di Gesù Cristo, che ha amato i nemici fino a dare la vita».
É umanamente possibile che questo avvenga? «Sì, ed è per questo che annuncio il Vangelo e che sono prete. Per meno di questo, per fare da “ansiolitico spirituale” per qualcuno, essere sacerdote non avrebbe senso».
Come si possono dire oggi queste parole ai non credenti? Non rischiano di suonare come esortazioni belle ma “di circostanza”? «No. È la realtà. Questi genitori sono chiaramente morti con il loro figlio, ma quello che ho visto in tante persone, e anche in me, nella mia vita, è che da questa morte può nascere all’improvviso una cosa nuova, vivificante. Parlo del perdono. Se ciò si manifesterà, quei genitori avranno la certezza che il loro figlio è vivo. In caso contrario saranno ancora dentro il dolore, qui sulla terra. Ma Dio ha i suoi tempi. È vero che il mondo è infame se Dio non c’è, ma è vero che proprio nel mondo Dio si è fatto carne in Cristo, il quale nei suoi tempi, nei suoi modi, rispettando il dolore, le ferite, perfino il rancore di ciascuno, in un momento preciso spiegherà loro ciò che è davvero successo al loro piccolo». (Foto: Facebook, Porta a Porta, Rai, screenshot, YouTube)
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