Sono dei giovani imprenditori e hanno messo su un’impresa con uno scopo veramente nobile: quello di aiutare economicamente monasteri francesi ma anche extraeuropei. E lo fanno presentando e promuovendo prodotti monastici, in quanto, dicono «sono buoni» e «raccontano una storia». Ne parla Domitille, membro dell’équipe, in un’intervista per Religion en libertad .
Inizia raccontando le difficoltà pratiche vissute dai monasteri: «Almeno in Francia, i monasteri hanno due principali tipologie di spese: la manutenzione degli edifici (spesso classificati come monumenti storici e talvolta in pessime condizioni) e le spese quotidiane della comunità (riscaldamento, elettricità, benzina, acqua, cibo, spese sociali sicurezza, ecc.). Per quanto ne sappiamo, pochissimi (se non nessuno) monasteri possono coprire tutte queste spese vendendo solo i loro prodotti. In genere la produzione monastica copre più o meno il fabbisogno quotidiano, ma per le opere più importanti – sottolinea Domitille – è solitamente necessario ricorrere a donazioni. Va inoltre sottolineato che, per alcuni monasteri, l’ospitalità rappresenta una parte importante delle loro entrate».
Domitille fa anche notare come i prodotti dei conventi siano di qualità perché creati con materie prime provenienti dagli orti dei monaci e delle monache e poi hanno una storia. «Ed è questo che ci piace sottolineare a Divine Box – dice Domitille – Sono prodotti che spesso hanno resistito alla prova del tempo, con ricette tramandate di generazione in generazione nella massima segretezza. È il caso, ad esempio, della Chartreuse Verte. La ricetta attuale risale al 1764, ma deriva da un’antica pergamena ritrovata nel… 1605! Attualmente, solo due monaci del monastero della Grande Chartreuse padroneggiano il segreto della sua distillazione e composizione».
Infine, ciò che rende i prodotti monastici così attraenti è che si tratta di un acquisto “etico”, in quanto i profitti andranno a sostenere le abbazie e le comunità che li producono. Tra i prodotti di maggiore successo ci sono i liquori (vini, birre trappiste, liquori), formaggi e paté «Come il paté di padre Marc dell’abbazia di Bricquebec, per esempio e prodotti dolci come il delizioso caramello al burro salato dell’abbazia di Landévennec». Ma i formaggi non sono da meno, nel 2021, dice orgogliosa Domitille «abbiamo venduto 2 tonnellate di formaggio dell’Abbazia di Cîteaux [cistercense] in 21 ore!».
Per non parlare, poi, di vini e birre trappisti. Com’è noto, i monaci sono degli eccellenti viticoltori, al punto da arrivare a vincere anche dei premi. Racconta Domitille «Le due cuvée Saint-Césaire e Saint-Salonius sono state servite ai ventisei capi di stato più importanti in occasione del vertice del G20 del 2010». Dunque, un lato insolito della vita religiosa, che potrebbe anche indirettamente contribuire al rilancio delle vocazioni, sebbene non sia il primo scopo di Divine Box, tuttavia, in questa maniera si diffonde il messaggio che la chiamata alla vita consacrata è una cosa bella.
«Nel nostro piccolo – spiega Domitille – desideriamo far conoscere meglio le abbazie, la loro storia e le loro regole di vita, rispondendo a questa chiamata: “Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe” » (Mt 9, 38) Chi volesse acquistare dei prodotti di Divine Box può farlo cliccando qui.
(Fonte foto: Facebook)
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