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«Dio sta gridando per aborto e eutanasia»
NEWS 26 Marzo 2020    di Andrea Zambrano

«Dio sta gridando per aborto e eutanasia»

Castigo o no, è evidente che il Coronavirus non può lasciarci indifferenti del tutto. Almeno lasciarsi interrogare. Le risposte arriveranno. Ma c’è chi prova già a dare qualche risposta in ordine al significato sul peccato dell’uomo. Da mettere in relazione alla pandemia in corso? Si, ma non come rapporto di causa-effetto, bensì come occasione per riflettere su come abbiamo buttato via la vita in questi anni.

E adesso che ogni vita che si spegna ci pesa sempre di più, dopo che il respiratore viene staccato dalla trachea e andiamo ad aggiornare la conta impietosa dei morti giornalieri, chiediamoci: un altro morto che ci rende la giornata più pesante, un’altra vita morta senza colpa alcuna rispetto al virus.

Ma quante volte quella stessa vita senza colpa l’abbiamo lasciata spegnere con disattenzione e speso col plauso dei governi?

Un vescovo ha parlato in questo senso e ne è uscita una omelia decisamente politicamente scorretta. Si chiama Ramòn Castro Castro ed è vescovo della Diocesi di Cuernavaca, a sud di Città del Messico. Durante la messa nella cattedrale della città centramericana si è rivolto ai fedeli con accenti insoliti, collegando la crisi che stiamo vivendo a un grido che Dio rivolge all’umanità che sta giocando a essere come Lui, nel permettere l’aborto, l’eutanasia e la promiscuità sessuale.

«Figlioli, Dio non sta parlando, ma sta gridando, ascoltiamolo, la vita è così breve». E ancora: «Nel solo 2019 si sono registrati 50 milioni di aborti nel mondo mentre l’uomo proclama la sua pseudo libertà quando non si accorge che sta ammazzando dei figli di Dio».

Le parole di Castro sono un pugno in faccia al perbenismo che spesso gira intorno ai problemi: «L’eutanasia per chi si è stancato di soffrire e chiede di essere ucciso o per i bambini che hanno patologie molto gravi e che vediamo in Paesi come Olanda e Belgio possono essere uccisi dai genitori». Per non parlare del gender: «Si aspetta di vedere a quale genere appartenga un bambino, questo è terribile. Stiamo andando verso l’abisso e Dio ci sta gridando. L’umanità allora è chiamata a riflettere anche sulla corruzione, la violenza.

«Abbiamo deciso da soli chi deve vivere e chi deve morire – ha concluso nella sua omelia – e adesso un piccolissimo, microscopico virus, viene oggi a dire all’umanità: “Hey, sei fragile, sei vulnerabile, né il tuo successo, né il tuo denaro, né il tuo potere ti aiuteranno, renditi conto di chi sei, non giocare a fare Dio”. L’umanità ha voluto giocare a essere Dio».


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