Pubblichiamo di seguito uno stralcio dell’intervento di suor Anna Monia Alfieri tenuto il 21 marzo nella Facoltà di lettere dell’Università La Sapienza di Roma, invitata dalla lista studentesca di “Obiettivo studenti”. Il titolo è “Uno sguardo libero all’uomo e alla società”, una riflessione che in qualche modo fa ritornare alla mente le parole importanti che l’allora Papa Benedetto XVI avrebbe dovuto pronunziare proprio alla Sapienza di Roma, ma che inopinatamente gli fu impedito di fare con un atto illiberale nel senso più profondo del termine. La presenza di suor Anna alla Sapienza dimostra che è possibile invece affrontare questi temi in modo pacifico e sereno, nella libertà appunto di un confronto sincero.
(…) Cosa è la libertà? La mia risposta è quella fornita dal Catechismo della Chiesa Cattolica: La libertà è il potere, radicato nella ragione e nella volontà, di agire o di non agire, di fare questo o quello, di porre così da se stessi azioni deliberate. Grazie al libero arbitrio ciascuno dispone di sé. La libertà è nell’uomo una forza di crescita e di maturazione nella verità e nella bontà. La libertà raggiunge la sua perfezione quando è ordinata a Dio, nostra beatitudine (CCC, 1731), ancora: Quanto più si fa il bene, tanto più si diventa liberi. Non c’è vera libertà se non al servizio del bene e della giustizia (CCC, 1733).
Un chiarimento previo che ritengo doveroso e rispettoso per me e per voi che mi ascoltate: il mio essere una religiosa è frutto di un cammino che mi ha portato ad una scelta consapevole e meditata. Il fatto che per me la parola libertà significhi quello che il Catechismo esprime non è frutto automatico del mio essere una religiosa ma è conseguenza di una riflessione e di un continuo approfondimento. Ma è per me doveroso che ognuno espliciti e dichiari la propria visione di fondo: senza imporla ma semplicemente presentandola come propria e interiorizzata. La libertà, pertanto, per me, implica ragione e volontà, soprattutto, implica un servizio e una maturazione verso qualcosa di positivo. La vera libertà, pertanto, comporta, necessariamente, una responsabilità nei confronti di se stessi e della collettività. Francamente, se l’uomo, nel corso dei secoli, avesse seguito questo pensiero, avrebbe risparmiato a sé e ai propri simili le tragedie di cui, al contrario, è stato protagonista.
Ancora, per me la libertà è la facoltà che l’uomo ha di scegliere consapevolmente. Detto in altro modo la libertà implica la conoscenza. Se così non fosse, la libertà si tradurrebbe in una sconfinata gamma di scelte tutte poste sullo stesso piano tra le quali l’uomo sceglie sulla base del nulla o, meglio, del proprio desiderio di affermarsi a scapito degli altri. Si cadrebbe pertanto in quel relativismo che è una delle tante ideologie del nostro tempo.
Avere un’idea precisa, chiara, definita non è uno sbaglio: si cade, invece, nell’errore, quando si vuole imporre la propria idea agli altri. Spesso si confonde l’assoluto con l’assolutismo, ma si tratta di due concetti diversi. E’ esattamente la stessa cosa che capita quando non si distingue fra idea e ideologia: l’una è frutto di un pensiero libero e liberante, l’altra è causa di imposizione. Cosa è subentrato nella nostra società? La paura dell’idea in nome dell’ideologia, la paura dell’assoluto in nome dell’assolutismo. E il politicamente corretto ha fatto il resto. Il risultato è la società liquida: va bene tutto, purchè nessuno si senta discriminato. Ma difendere un valore non vuol dire discriminare. (…)
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