«Quanto al problema dell’aborto, bisogna tenere presente che non si tratta di una questione primariamente religiosa, ma di etica umana, anteriore a qualsiasi confessione religiosa. E fa bene a porsi le due domande: è giusto eliminare una vita umana per risolvere un problema? È giusto affittare un sicario per risolvere un problema?».
Sono parole del papa scritte in una lettera indirizzata a Victoria Morales Gorleri (foto), una parlamentare cattolica argentina, portavoce di un gruppo di donne dei quartieri poveri di Buenos Aires, dopo la richiesta di un Suo autorevole sostegno contro l’aborto, considerato che il Parlamento argentino sta per varare una legge di pieno riconoscimento giuridico all’aborto. Il papa interviene così contro l’aborto, mentre il parlamento argentino prepara legge per aborto [leggi qui]
Un’altra lettera il papa l’ha inviata a padre Pepe di Paola, che vive e lavora con i più poveri delle baraccopoli che affliggono Buenos Aires. «Per me la deformazione nella comprensione dell’aborto nasce soprattutto dal considerarlo una questione religiosa», scrive papa Francesco. «La questione dell’aborto non è essenzialmente religiosa. È un problema umano prima di qualsiasi opzione religiosa. La questione dell’aborto deve essere affrontata scientificamente». Padre di Paola, amico di papa Francesco da decenni, sottolinea infatti come la scienza sia in grado di leggere l’intera sequenza del DNA di un nascituro molto prima della nascita, e che proprio questo ha portato i paesi che hanno approvato l’aborto ad applicare regolarmente l’eugenetica, basta pensare al 90 per cento dei bambini con sindrome di Down non nati.
Sul sito web Interris Massimo Gandolfini, leader del Family Day, commenta la lettera che Francesco ha inviato alla parlamentare argentina: «oggi il Papa rincara la dose parlando di “sicari”. Non ci vuole grande perspicacia per capire che vengono chiamati in causa soprattutto i medici ed il personale sanitario; ma non solo: i legislatori, gli uomini della cultura, della politica, dell’informazione, dell’educazione che sostengono l’aborto come un “diritto universale” e un diritto legato alla cosiddetta “salute riproduttiva” si connotano come “non meno sicari” di chi sopprime materialmente quella piccola innocente vita».
Dopo essere stata per lo più silenziosa durante il dibattito sull’aborto in Argentina del 2018, la conferenza episcopale argentina sta assumendo un ruolo più esplicito, con i vescovi che denunciano l’”ipocrisia” del tentativo di legalizzare l’aborto in un anno in cui Fernandez ha chiesto agli argentini di «restare a casa per salvare vite umane» durante la pandemia di covid19. Tra le altre iniziative, invitano tutti gli argentini a pregare «per i nascituri» l’8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione di Maria. (Fonte)
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