Dopo oltre tre mesi di discussioni che hanno animato l’intera Chiesa cattolica, la vicenda dell’intercomunione proposta dalla quasi totalità dei vescovi tedeschi pare aver trovato un epilogo, almeno per ora: la pubblicazione del documento “Camminare con Cristo. Sulla pista dell’unità. Matrimoni interconfessionali e partecipazione comune all’eucaristia. Un sussidio pastorale della conferenza episcopale tedesca” è stata sospesa.
A confortare in tal senso è una lettera su due pagine – datata 25 maggio – a firma di Luis Francisco Ladaria Ferrer, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, e siglata con l’autografo di papa Francesco a simboleggiare un «esplicito consenso» rispetto ai contenuti, indirizzata al cardinale Reinhard Marx (nella foto a sinistra, con il cardinale Woelki), presidente della Conferenza episcopale tedesca, e – in copia – anche a Rainer Maria Woelki, a Felix Genn, a Karl-Heinz Wieseman, a Rudolf Voderholzer e a Gerhard Feige.
Dopo che il 3 maggio il pontefice aveva invitato i principali attori della vicenda, incontrati a Roma, a «trovare, in spirito di comunione ecclesiale, un risultato unanime, se possibile», le discussioni non si erano placate, anzi. Ed è forse proprio per questo che venerdì 11 maggio e ancora il 24 maggio, papa Francesco e il cardinale Ladaria Ferrer si sono incontrati e hanno steso la missiva che ha raggiunto i prelati tedeschi lunedì 4 giugno.
Nel testo vengono toccati tre punti fondamentali.
In primo luogo si riconoscono gli sforzi compiuti dalla conferenza episcopale tedesca in chiave ecumenica, in particolare con il consiglio della Chiesa evangelica di Germania. Questo, afferma la lettera, «ci incoraggia ad andare avanti con fiducia sulla via di una sempre più profonda unità».
Il messaggio centrale della lettera è tuttavia contenuto nel secondo punto: «Il nostro colloquio del 3 maggio 2018», si legge nella traduzione pubblicata da Sandro Magister, «ha mostrato che il testo del sussidio solleva una serie di problemi di notevole rilevanza. Il Santo Padre è perciò giunto alla conclusione che il documento non è maturo per essere pubblicato». Questi i motivi formulati a supporto dell’affermazione: innanzitutto la constatazione che il tema dell’intercomunione ha una valenza che supera i confini tedeschi, toccando la fede della Chiesa universale; in secondo luogo, il fatto che una decisione in tale ambito si presenta molto delicata, potendo provocare ricadute anche nei rapporti ecumenici con altre realtà; infine, la sottolineatura che «il tema riguarda il diritto della Chiesa, soprattutto l’interpretazione del canone 844 CIC. Poiché in alcuni settori della Chiesa ci sono a questo riguardo delle questioni aperte, i competenti dicasteri della Santa Sede sono già stati incaricati di produrre una tempestiva chiarificazione di tali questioni a livello di Chiesa universale».
La lettera partita dal Vaticano si chiude quindi con un terzo punto, contenente di fatto un appello rivolto dallo stesso papa Francesco affinché «nella conferenza episcopale tedesca resti vivo lo spirito della collegialità episcopale», come ribadito dal Concilio Vaticano II nella Lumen Gentium.
Per ora tutto sospeso, dunque. Ma le reazioni non si sono fatte attendere: già nel tardo pomeriggio del 4 giugno, il cardinal Marx ha rilasciato una breve dichiarazione nella quale si dice “sorpreso” per la lettera giunta da Roma e, secondo quanto riporta CNA Deutsch, afferma di avere «la necessità di una ulteriore discussione all’interno della Conferenza episcopale tedesca, soprattutto nel Consiglio permanente e nell’Assemblea autunnale, ma anche con i corrispondenti dei dicasteri romani e con lo stesso Santo Padre».
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