Si è aperta la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, che si concluderà come consuetudine il 25 gennaio, festa della Conversione di san Paolo.
Dice don Ennio Innocenti, classe 1932, cappellano della Sacra Fraternitas Aurigarum, docente di Storia, Filosofia e Teologia, 60 anni di messa, per tre anni, dalla sua istituzione fino al 1972, segretario della Commissione Ecumenica del Vicariato di Roma:
«I protestanti non concepiscono il diritto naturale, come invece facciamo noi cattolici sulla base ontologica definita dal Concilio di Trento. Loro hanno perduto l’orizzonte concettuale della metafisica. Il filosofo di riferimento di Lutero era Guglielmo da Ockham, un nominalista, dunque oppositore del realismo. Ancora oggi sui matrimoni omosessuali, per citare un esempio, è difficile trovare convergenza tra cattolici e protestanti. Per non parlare poi dei sacramenti. Per loro il ministero è basato su un concetto sociologico, esigenza che viene dalla base, per questo lo consentono anche alle donne. Ma qui si tratta di far miracoli, di cambiare la materia, la sostanza! Questo potere è soprannaturale e viene trasmesso – per fede – dall’alto, da Cristo agli apostoli e da questi ai successori».
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«Il Papa ha ringraziato Dio, nella cattedrale di Lund, per “le tante intenzioni ispiratrici, teologiche e spirituali che abbiamo ricevuto per mezzo della Riforma”. Il Papa dice diplomaticamente che questo beneficio è venuto per mezzo della Riforma, ma nel senso che è venuto dopo la Riforma, per riparare la Riforma, per trarre profitto dal disordine della Riforma, non per merito della Riforma, ma per merito dei tanti Santi sorti nel periodo contemporaneo e successivo alla Riforma».