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Da carnefice a martire. Sulle tracce di san Longino, il soldato romano che si converta sul Golgota
NEWS 6 Marzo 2017    

Da carnefice a martire. Sulle tracce di san Longino, il soldato romano che si converta sul Golgota

(Radio Vaticana) Era il soldato che con un colpo di lancia squarciò il costato di Cristo sulla Croce? Il centurione che, commosso dalla morte di Gesù, ne affermò la divinità? O piuttosto il capo del picchetto di militari messo a guardia del sepolcro? Tante le identità che, nel tempo e nei vari scritti, sono state attribuite a San Longino, una figura che resta ancora avvolta in un alone di mistero, cui contribuisce a far luce il libro “Longino, il Santo della lancia” uscito in questi giorni, edito da Graphe.it. Ce ne parla Roberta Barbi:

“Gesù, emesso un grande grido, spirò. Allora il velo del tempio si squarciò in due dall’alto fino al basso. E il centurione, vistolo spirare gridando a quel modo, esclamò: ‘Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!’”.

Da queste poche parole del Vangelo di Marco, ma che si ritrovano con qualche differenza di particolari in quelli di Luca, di Matteo e di Giovanni, deriva il culto di San Longino, forse uno dei Santi militari ancora oggi meno studiati. Che fosse il soldato che con la lancia ferì il costato di Gesù da cui sgorgarono sangue e acqua oppure il centurione romano convertito ai piedi della Croce oppure il militare a capo delle guardie del Santo Sepolcro? A rispondere, dopo un lungo studio dei testi, alcuni dei quali mai tradotti in italiano, è il prof. Gianluca Orsola, docente di Lingua latina alla Pontificia Università Lateranense di Roma:

“Longino è un’unione di tutti questi, perché comunque sono varie sovrapposizioni nei secoli. Si parte appunto da questo personaggio che era alla base della Croce: la lancia λόνγχη – dal nome 'lancia', poi 'longino' – perché ovviamente nei Vangeli apocrifi si cercava di dare un nome ai vari personaggi che poi rimanevano anonimi nei Vangeli canonici. Questi personaggi sono tutti un po’ fusi insieme e, quindi, hanno dato luogo a questo Longino, ma effettivamente non potrei dire se fosse uno o l’altro”.

Sappiamo che in seguito Longino abbandonò la milizia, venne istruito nella fede dagli Apostoli e se ne andò a Cesarea di Cappadocia, della quale divenne il principale evangelizzatore, conducendo laggiù una vita di santità che si concluse con il martirio, come spiega ancora il prof. Orsola:

“Longino suggella la sua vita con il martirio, prima della pace costantiniana il martirio era un po’ il coronamento: l’eroicità delle virtù, l’eroe delle virtù era il martire. E quindi il martire, addirittura come eroe, paragonato a chi vinceva le gare nei circhi, l’esempio per chi voleva aspirare alla beatitudine eterna. Il primo martire è Gesù. Longino, temporalmente parlando, è molto vicino al martirio di Gesù”.

Longino e la sua lancia, comunque, furono immortalati da diversi artisti: è del Bernini stesso la statua alla base di uno dei quattro piloni che sorreggono la cupola di San Pietro, ma anche la città di Lanciano pare derivi il suo nome latino da quello più antico di “Anxanum”, legato alla prodigiosa lancia di Longino. Gli imperatori del Sacro Romano Impero avevano tra le proprie insegne la “sacra lancia”: una punta di questa è ancora oggi custodita a Vienna; un’altra reliquia fu invece conservata a Parigi prima di andare dispersa nella Rivoluzione francese. Perché tutta questa importanza attribuita alla lancia di Longino e qual è quella vera?

“Ce ne sono diverse parti, anche perché era stata divisa in piccole parti, ecco perché esistono vari luoghi che rivendicano di avere la lancia. Il fatto, invece, interessante è che la lancia è un’arma a punta e i talismani con la punta erano considerati più potenti. E in più questo è un talismano che ha toccato il Cristo, come elemento di forza e potenza per chi lo possedesse”.
I martiri, per la Chiesa, sono sempre esempi di virtù. Papa Francesco, all’Angelus del 26 dicembre 2016, in occasione della solennità di Santo Stefano, ha detto che ci sono più martiri oggi che nella Chiesa dei primi secoli. Cosa racconta un martire come San Longino all’uomo di oggi?

“Longino è un esempio: ha voluto dichiarare che Gesù è il Cristo fino alla fine. Longino che, secondo una tradizione si convertì ai piedi della Croce, secondo un’altra tradizione medievale addirittura riacquistò la vista con il fiotto di sangue che sgorgò dal costato di Cristo, ha sempre dichiarato che Gesù era il Cristo: la coerenza e l’eroicità delle virtù”.