Miriano, dobbiamo ascoltare l’Oms o il Catechismo della Chiesa cattolica prendendo spunto dalle parole dell’arcivescovo Nosiglia riprese da Padre Mauro Leonardi su l’Huffington Post?
“L’Organizzazione Mondiale della Sanità è un agenzia dell’Onu, di cui conosciamo benissimo le posizioni in materia dei temi eticamente sensibili. Basta dire che chiama ‘pianificazione familiare’ la contraccezione e l’aborto, quindi non si può prendere come il vangelo quello che afferma l’Oms. La gerarchia delle fonti per noi cattolici dovrebbe essere un’altra”.
Immagino che per un cattolico sia più importante il Catechismo della Chiesa, giusto?
“Io non voglio entrare in polemica con un pastore della Chiesa e non voglio parlare di lobby, ma sono certissima che l’Onu, come denunciato da molti vescovi africani anche in occasione del Sinodo, condiziona l’elargizione di aiuti economici ai Paesi africani legandola all’accettazione, da parte di quest’ultimi, di politiche di pianificazione familiare e di educazione sessuale. L’aborto per i cattolici è un peccato, punto, c’è poco da discutere. Per non parlare poi delle linee guida sull’educazione sessuale che consigliano di far giocare i bambini di quattro anni con i preservativi e di indurli alla masturbazione. Dunque è evidente che non si può accettare acriticamente tutto quello che viene imposto dalle Nazioni Unite”.
Ma in materia di omosessualità forse la Chiesa può concordare con le indicazioni dell’Oms?
“Io quello che non accetto del discorso di padre Mauro – di cui fra l’altro ho una grande stima – è l’affermazione secondo cui è in contraddizione con l’essere cattolico non concordare con la linea dell’Oms. Va benissimo l’invito a confrontarsi senza pregiudizi e paure ma non ci sto a sentire dire che non è cattolico chi non la pensa come l’Onu. Per me fa fede il Catechismo mentre l’Oms su tantissimi temi ha posizioni totalmente antitetiche a quelle della dottrina cattolica”.
Quindi nessuna sintesi è praticabile tra gli insegnamenti della Chiesa e le politiche dell’Oms?
“La vera questione è un’altra: lo scontro non è Oms versus catechismo della Chiesa cattolica, ma tra una lettura medica e un’altra. Ci sono medici che danno aiuto specialistico a chi non vive con serenità la propria condizione sessuale. Su questo c’è un amplissima letteratura medica. Io stessa conosco tanti psichiatri, cattolici e laici, che hanno un’altra visione delle cose. Certo se uno è felice è felice e non ha bisogno di aiuto; ma se invece il sesso e la propria omosessualità sono vissute con un certo disagio si ha il diritto di chiedere aiuto ad un professionista. Il prof. Cantelmi ha subito un linciaggio mediatico per aver sostenuto che esiste una terapia medica per affrontare questi disagi. Si tratta di fior di medici, psichiatri e psicologi – non preti e suore – che sostengono questo. In fondo la professoressa piemontese ha detto solo che chi vive con disagio la propria condizione sessuale può rivolgersi ad un professionista. Non ci vedo nulla di male”.