La vita di Gesù Cristo per la prima volta su serie tv: ecco il grande primato di “The Chosen”. Ha già avuto due stagioni – 2019 (aprile-novembre) e 2021 (aprile-luglio) – e la terza è uscita da poco. Ciò che la rende speciale, oltre al tema decisamente controcorrente, è che si tratta di un progetto indipendente dai giganti della distribuzione, come Netflix, finanziato interamente dal crowdfunding. Conta, quindi, esclusivamente sugli spettatori. E ci può contare. L’applicazione sviluppata da VidAngel, dove è disponibile la serie, ha totalizzato più di 5 milioni di download su Google Play. Su YouTube e su Facebook la prima stagione ha accumulato più di 9 milioni di visualizzazioni e nel complesso si arriva a circa 50 milioni di visioni. Tradotto in 50 lingue, The Chosen ha riscosso inoltre la valutazione di 9,7 punti su IMDB.com (Internet Movie Database).
Lo sceneggiatore e regista Dallas Jenkins è evangelico e l’attore che interpreta Gesù, Jonathan Roumie, è cattolico. «Non voglio pensare a nient’altro che non sia piacere a Dio con lo spettacolo a cui lavoro», così aveva parlato in un’intervista Jenkins, «The Chosen non è nato finché non ero davvero a pezzi. Dio mi ha fatto crollare. L’ultimo film che avevo fatto era fallito al botteghino. Avevo fallito completamente, non c’era più futuro per me. Mi chiedevo sinceramente se avrei mai più realizzato un altro film. Insieme a mia moglie piangevamo e pregavamo. E mentre pregavo ed ero confuso, Dio mi è davvero venuto incontro e mi ha parlato, tramite un amico, mia moglie e il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci per 5.000 uomini, nel Vangelo. Il punto era che “dovevo imparare” da quel brano evangelico che il mio lavoro non era sfamare 5.000 uomini; il mio lavoro era fornire i pani e i pesci».
A testimoniare come questo progetto sia portato avanti da Dio sono stati due produttori, Chad Gundersen e Chris Juen. Sembrerebbe che un’importante personaggio abbia fatto parte del cast: la Provvidenza di Dio. Raccontano di averla vista all’opera sul set più volte, soprattutto nei momenti di sconforto e stanchezza. Gundersen ha raccontato una scena in particolare, della seconda stagione, che doveva essere girata su un lago. A impedire le riprese della scena era sopraggiunta una forte nebbia. «Ci siamo seduti per ore e ore», ha detto Gundersen, «ok, dovremmo farla finita qui», prosegue descrivendo lo sconforto generale, «quindi abbiamo tutti iniziato a fare le valigie. Ma Dio aveva altri piani. E all’improvviso, ho guardato dall’altra parte del lago e abbiamo visto la nebbia letteralmente sollevarsi, e non semplicemente dissiparsi con gradualità. Voglio dire, a un certo punto era semplicemente sparita», conclude Gundersen.
Nonostante questo fatto, i registi non erano sicuri di poter girare la scena nelle tre o quattro ore rimanenti prima del tramonto, «era complicato», prosegue nel racconto, «ma in quel tempo ci sono riusciti. Non si poteva spiegare. Logisticamente non aveva senso. Forse ci ha spinto a pensare “Quando ci affidiamo a Lui?”». Juen ha descritto l’azione della Provvidenza nella scena della prima stagione della cattura miracolosa di pesce da parte dei discepoli. La scena richiedeva effetti CGI.
«Ho 20 anni di esperienza con gli effetti speciali e per il CGI ci vogliono normalmente da tre mesi e mezzo a quattro mesi di pianificazione. Noi avevamo quattro giorni», racconta. «Il supervisore degli effetti speciali incaricato stava avendo difficoltà con un ritmo così rapido. Dopo aver provato di tutto, io e Chad abbiamo solo potuto pregare per lui». Il giorno dopo, l’uomo chiamò Juen, dicendo: «“Ok, sono stato svegliato nel cuore della notte. È qualcosa che non faccio da 20 anni. E ha funzionato. Ti manderò qualcosa”, ha funzionato e la scena rimane una delle più popolari tra i fan, anche se nessun pesce real-live è stato usato».
Juen ha poi raccontato una delle scene più difficili da girare della serie, che ha comportato un “oner” o “long shot” continuo di 14 minuti per aprire l’episodio 3 della seconda stagione. È stata girata all’aperto a tarda giornata. La prima volta che l’hanno provato, c’è stato un flub nelle linee. La seconda volta le ombre del cameraman si vedevano davanti alla telecamera. Così, per evitare il sole, l’equipaggio ha scelto di aspettare fino a dopo il tramonto per riprovare. «Quindi ora abbiamo una finestra molto limitata [prima della notte]», ha detto Juen. «Ci fu un altro flub nelle linee, tutte dello stesso attore. Stava avendo un momento difficile. Ma è bastato un solo altro tentativo prima di finirla lì e quell’attore – insieme a tutti gli altri – ha inchiodato lo scatto. È stato perfetto», conclude Juen, «e la cosa interessante è che era il tempismo di Dio perché non appena finito, il sole era [completamente] tramontato».
Raccontare che i veri effetti speciali di The Chosen siano stati per mano della Provvidenza, significa ricordarci che se lasciamo che sia Dio il regista di tutto, non possiamo che divenire attori di capolavori. E se vale per le serie tv, tanto più varrà per la nostra stessa vita. (Fonte) (Fonte foto)
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