Pubblichiamo un estratto della Lettera pastorale 2019-2020 di monsignor Franco Lovignana, vescovo di Aosta, dal paragrafo 17 “Abilitati alla testimonianza pubblica della fede”:
«Quante volte ripetiamo che con la Cresima si diventa testimoni di Cristo! Ma che cosa vuol dire confessare pubblicamente la propria fede cristiana?
Certamente vuol dire non vergognarsi di dirsi cristiano, di esprimere pubblicamente gli insegnamenti del Vangelo, di difendere la Chiesa quando viene denigrata. Vuol dire calare il Vangelo nella vita quotidiana, in famiglia, sul lavoro, a scuola, negli impegni sociali, nel tempo libero. Potremmo dire che non esistono zone franche rispetto alla bellezza e alla gioia del Vangelo. L’onestà, la giustizia, la solidarietà, la benevolenza, il prendere a cuore le persone e il bene comune caratterizzano un primo livello delle relazioni del cristiano nel mondo.
L’interlocutore dovrebbe rimanere colpito dal nostro modo di stare con gli altri e di compiere il nostro lavoro o di divertirci e domandarsi: «Ma che cosa lo spinge a comportarsi in questo modo?». Dobbiamo essere sinceri e ammettere che non è sempre così e che c’è spazio per la conversione.
Ci rendiamo conto che per confessare pubblicamente la fede questo non è ancora sufficiente: il cristiano si prende a cuore anche l’apertura alla fede e la salvezza eterna dei suoi interlocutori e cerca di cogliere le occasioni per evangelizzare, nel rispetto delle opinioni e della storia altrui, ma anche con la certezza che Cristo è la Verità dell’uomo e l’unico suo Salvatore. A volte questo zelo potrà esprimersi solo con la preghiera di intercessione e con l’offerta della vita, altre volte potrà essere esplicitata, ma la sollecitudine per la salvezza dei fratelli deve sempre abitare il nostro cuore.
In tutto questo vi è come un collante, il desiderio di imitare Colui che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti (Mt 20, 28). Il servizio della carità che si esprime attraverso il perdono e la condivisione di ciò che si è e di ciò che si ha con chi ha bisogno diventa confessione pubblica della fede cristiana, a condizione che sia vissuto con umiltà e purificato da ogni ideologia. (…)» (fonte)
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