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Coronavirus, Bocelli “la voce della preghiera di milioni di voci”
NEWS 13 Aprile 2020    di Redazione

Coronavirus, Bocelli “la voce della preghiera di milioni di voci”

Il concerto straordinario di Andrea Bocelli, trasmesso in streaming dal Duomo di Milano, è stato seguito in diretta da oltre 2 milioni di utenti su Youtube e nel momento in cui scriviamo sono già oltre 25 milioni le visualizzazioni.

«Credo nella forza di pregare insieme e credo nella Pasqua cristiana, simbolo di una rinascita di cui tutti, credenti e non, abbiamo ora bisogno», ha detto Bocelli prima di iniziare il concerto.

Cinque i brani in scaletta: Panis Angelicus (César Franck) Ave Maria (Johann Sebastian Bach), Sancta Maria (Pietro Mascagni), Domine Deus (Gioacchino Rossini) e Amazing grace (John Newton). La performance è stata promossa dalla città di Milano e dalla Veneranda Fabbrica del Duomo, ed è stata prodotta e curata da Sugar Music e Universal Music.

Proponiamo ai lettori del Timone il primo brano cantato da Bocelli all’interno del Duomo, il Panis angelicus di Franck. Il testo è quello della penultima strofa dell’inno liturgico composto da San Tommaso d’Aquino per il mattutino della festa del Corpus Domini: «Il pane degli angeli diventa pane degli uomini; il pane del cielo dà fine a tutte le prefigurazioni: qual meraviglia! il servo, il povero, l’umile mangia il Signore».

Il Timone ha avuto l’onore di ricevere nel dicembre scorso una Lettera a Gesù bambino scritta dal maestro in occasione del Santo Natale, e ancora una volta qui rivolgiamo il nostro grazie per il dono di quel breve testo. Pubblicato appunto sul numero di dicembre della rivista, oggi lo riportiamo qui di seguito come ulteriore testimonianza della sensibilità del maestro Bocelli per il vero, il bene e la bellezza.

 

Risplenda la bellezza che al Ciel rimanda

di Andrea Bocelli

Caro Gesù Bambino,

il Santo Natale rinnova la gioia di una gloriosa notizia, rammentandoci il miracolo della vita che nasce e dell’amore che – perennemente – la custodisce. Caro Gesù, nel giorno in cui si celebra (come disse San Giovanni Paolo II) «quel grande divino ed insieme umano Mistero del dare alla luce un uomo», nulla mi permetto di chiederti. Felice, viceversa, di poter sussurrare al Tuo cospetto, a mani giunte, il mio più umile e profondo ringraziamento: grazie per il privilegio che ci accordi d’essere in vita, grazie per quel dono immenso – la fede – che ci restituisce la forza e la certezza di un ritorno a casa venturo.

Grazie per la bellezza della bontà e per la bontà intrinseca della vera bellezza, grazie per l’arte, che quando è tale davvero, è perché al Cielo rimanda: voce dell’anima, strumento di sviluppo spirituale, portatrice di un messaggio di pace e di fratellanza.

Caro Gesù Bambino, per Te che incarnando il Santo Natale esprimi il compleanno del mondo, dell’amore che ne è il motore, della bontà che ne è il nutrimento, della bellezza che ne è costante messaggera, la mia lettera non può avere altre parole se non d’infinita riconoscenza.

Lascio bianco il resto del foglio, sommessamente restando in ascolto e pregando affinché questo giorno restituisca a tutti la dolce certezza di non essere soli. Affinché doni e rinnovi quell’ingenuità ch’era nel cuore di noi tutti quando eravamo bambini. Ingenuità, nell’accezione nativa e più vera: antidoto al cinismo, disponibilità al donarsi con fiducia, propensione alla bontà e alla sincerità.


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