Nella giornata della Domenica delle Palme, nel piccolo comune pugliese di Monte Sant’Angelo, che ospita il santuario di San Michele Arcangelo, da secoli meta di pellegrinaggi, si è svolto un evento di grande impatto sia sotto il profilo di fede, sia storico: la benedizione della città, dell’Italia e del mondo contro il Coronavirus con la spada di colui che viene definito il «capo supremo dell’esercito celeste», unitamente al Santissimo Sacramento e a una reliquia della Santa Croce, dono di Federico II di ritorno dalla Crociata del 1228.
Storicamente, per ritrovare un evento simile occorre andare indietro di quasi 400 anni, al 1656, quando la supplica con la spada di San Michele si era levata contro il diffondersi della peste in occasione della quarta apparizione dell’Arcangelo sul Monte Gargano, per opera dell’allora vescovo Giovanni Alfonso Puccinelli. Solitamente, infatti, la spada viene estratta dalla teca e portata in processione esclusivamente il 29 settembre, giorno in cui ricorre la Festa di San Michele e degli Arcangeli Gabriele e Raffaele.
Nell’introdurre la celebrazione, svoltasi a porte chiuse ma che ha registrato migliaia di collegamenti in streaming, il rettore dal Santuario, padre Ladislao Sucky, affiancato da altri due padri Micheliti, ha affermato: «Sia lodato Gesù Cristo. Carissimi, viviamo questo momento difficile non solo per la nostra città, ma per tutta l’Italia e per il mondo intero. E allora questa sera vogliamo invocare San Michele Arcangelo, che ha scelto questo luogo, che nell’Antico Testamento era guida e difensore del popolo di Dio, e ha voluto da questa montagna sacra benedire, difendere e affidare a Dio il popolo santo di Dio, la santa Chiesa. Oggi vogliamo invocarlo perché come nel passato, nei vari momenti di prova, di calamità naturali, anche di peste, i nostri padri in questo luogo lo hanno invocato e sempre hanno trovato il suo aiuto. La sua intercessione ha portato nel periodo di peste nel 1656 una prodigiosa salvezza per Monte Sant’Angelo. Oggi invochiamo per sua intercessione il Signore perché salvi non solo Monte Sant’Angelo, ma tutta l’Italia, tutto il Gargano, tutto il mondo da questa epidemia».
A seguire, ha preso la parola anche il Sindaco della città Pierpaolo d’Arienzo che, indossando il tricolore e parlando a nome di tutti i suoi concittadini, ha alzato parole cariche di fede e speranza: «Arcangelo Michele, è una città che s’inginocchia davanti a te attraverso le mie ginocchia; è una città che solleva verso di te lo sguardo attraverso i miei occhi; è una città che ti prega oggi attraverso la mia voce. Così come nel 1656, anche oggi abbiamo varcato il cancello di ferro, attraversato il cortile di pietra, e disceso gli 86 gradini, venendo a cercati nel cuore della Montagna Sacra. Accetta questa nostra preghiera, difendi con la tua spada la nostra città, il nostro Paese da questa pandemia. Proteggi questo popolo oggi come allora. Dagli la forza di rimanere unito davanti a questa terribile emergenza. Proteggi quelle donne e quegli uomini che hanno preso in braccio l’Italia cercando di traghettarla dall’altra parte del tunnel. Ti supplichiamo Arcangelo Michele di darci la forza di costruire una normalità in cui la sanità conta più delle armi, le garanzie dei lavoratori contano più del profitto, la famiglia, cioè le persone con cui abbiamo deciso di condividere la nostra vita, qualsiasi età esse abbiano, conti più di tutto. Che questa nostra preghiera possa essere un canto che sale dritto a Dio».
Un grande Santo della Chiesa cattolica, padre Pio da Pietrelcina, era solito affermare: «Prima di recarvi qui da me… andate a Monte Sant’Angelo e invocate l’aiuto e la protezione dell’Arcangelo Michele». Ecco, seguendo questo consiglio, in questo periodo di prova per via del Coronavirus, ognuno può iniziare – o riprendere! – a recitare quotidianamente la preghiera a San Michele Arcangelo composta da papa Leone XIII, in seguito a una visione avuta il 13 ottobre 1884 riguardo a una terribile battaglia tra la Chiesa e Satana:
San Michele Arcangelo,
difendici nella lotta;
sii nostro aiuto contro la cattiveria e le insidie del demonio.
Gli comandi Iddio,
supplichevoli ti preghiamo:
tu, che sei il Principe della milizia celeste,
con la forza divina rinchiudi nell’inferno Satana
e gli altri spiriti maligni
che girano il mondo
per portare le anime alla dannazione.
Amen.
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