Da piccolo gli amichetti lo avevano etichettato come il «bambino cattolico bianco», nonostante non fosse stato cresciuto secondo un’educazione cattolica. Oggi, dopo un lungo viaggio spirituale, emotivo e intellettuale, è uno dei circa cinquemila adulti che ogni anno chiedono di essere battezzati in Francia.
È questa la storia di Julien Leclercq, direttore del portale digitale Le Nouveau Cénacle, che a trent’anni ha deciso di rispondere affermativamente alla storia «storia d’amore imprevedibile» cui il Signore lo stava chiamando già da un po’.
Leclercq si è raccontato in un’intervista rilasciata a Le Figaro, che prende spunto dal suo recente libro Catholique débutant.
Da piccolo, afferma «ero orgoglioso di non essere mai entrato in una chiesa, neanche quando mi invitavano a una comunione o a un matrimonio». Si dice figlio del suo tempo, della sua generazione: «Abbiamo imparato in televisione e a scuola che la religione era sinonimo di oscurantismo, limitazione della mente, fanatismo. Con mio rammarico, ho incanalato questo pregiudizio e il mio temperamento, fortemente provocatorio, ha fatto il resto… Pensavo di essere un ribelle nel rifiutare il sacro, quando in realtà tutto ciò che facevo era obbedire al conformismo dominante».
In realtà, come ha capito più tardi soprattutto grazie alla testimonianza di sua nonna (l’unica persona di fede cattolica della sua famiglia), quello che lo spaventava era l’amore: «Avevo paura di amare Cristo. Il Suo amore è così libero, così grande, che non mi sentivo in grado di ridargli l’amore». Un amore che lui aveva in parte sperimentato nella sua famiglia che, nonostante non fosse cattolica, di fatto viveva e incarnava l’amore di Dio nella quotidianità.
Quale diretta conseguenza, Leclercq non ha dubbi nell’affermare che «l’amore precario che conosciamo oggi è anche la conseguenza della scristianizzazione». Non a caso, prosegue, «ho scoperto Cristo nello stesso periodo in cui ho iniziato la mia prima vera storia d’amore … Tutto è correlato? Non posso giudicare le diverse storie, ma posso affermare che un cristiano ama in modo diverso. Certamente è possibile amare senza essere cristiani; l’unica cosa necessaria è che un cristiano non ami né più né meno, solo in un modo diverso. Perché l’amore cristiano è sempre e fondamentalmente vissuto nell’amore di Cristo, che sa che vive, imperfettamente, questo amore infinito di Dio».
Tutto questo è un patrimonio che in Francia ha solide radici, sostiene ancora l’intellettuale francese, «perché la Chiesa ha in parte costruito il nostro Paese, sia storicamente che geograficamente: tutte le città sono cresciute attorno alla loro chiesa». E questo dato di fatto va valorizzato, anche nei confronti di tutte le persone – soprattutto musulmane – che sono arrivate, e continuano ad arrivare, in Francia.
Leclercq lancia infine un appello, rivolto ad ognuno di noi: «La distinzione tra il temporale e lo spirituale è corretta, ma non si deve ignorare l’uno o l’altro aspetto. Il sacro e il politico devono rimanere in tensione. Dobbiamo mantenere la consapevolezza dentro di noi che ci sia qualcosa di più grande di là di noi, sia a livello politico o spirituale, come il sacrificio del colonnello Beltrame ci ha insegnato. È arrivato il nostro turno di agire su questo».
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