L'Ohio ha approvato una legge che proibisce l’aborto dei bambini con sindrome di Down.
La legge sulla non discriminazione dei bambini con sindrome di Down (HB 214) vieta l’aborto motivato dalla diagnosi prenatale, ed è passata nettamente sia alla Camera che al Senato, a maggioranza repubblicana.
Per Sarah LaTourette, una delle promotrici della legge, essa pone fine all’orrenda e ingiusta discriminazione di alcuni dei nostri fratelli più vulnerabili: non può esser lecito uccidere un bambino non ancora nato solo perché potrebbe avere la sindrome di Down.
Quella dell'Ohio – ricorda il sito Notizie Pro Vita – è una presa di posizione contro l’eugenetica moderna. Uccidere i bambini con l’aborto è sempre sbagliato, ma è innegabile che c’è un particolare accanimento contro i bambini con disabilità o che non corrispondono ai canoni di “perfezione” standardizzati dalla mentalità edonistica moderna.
In tutto il mondo, una diagnosi di possibile sindrome di Down è spesso una condanna a morte per dei bambini innocenti. In Islanda, si vantano di aver “debellato” la sindrome di Down perché ormai li uccidono tutti. In Danimarca siamo al 98 per cento.
E i genitori non sono informati dei progressi della scienza e della medicina che consentono di curare già in utero i bambini con sindrome di Down, limitando di molto le disabilità connesse.
A fine ottobre Frank Stephens, ha offerto la sua testimonianza davanti a un comitato del Congresso degli Stati Uniti ricorando che coloro che come lui sono affetti dalla sindrome di Down hanno una vita ben degna di essere vissuta.
Per sovrammercato le amniocentesi possono essere sbagliate: i test più recenti e meno invasivi possono dare falsi “positivi” quasi nel 50 per cento dei casi: centinaia di genitori abortiscono bambini senza alcuna mutazione genetica.
La legge in esame prevede sanzioni per i trasgressori: il medico perde la licenza e rischia fino a 18 mesi di carcere.
L’Ohio diventa il terzo Stato USA a vietare l’aborto dei bambini con sindrome di Down.