CitizenGO – che alacremente si batte sul web per la difesa dei princìpi non negoziabili e le libertà fondamentali della persona umana attraverso l’efficace strumento delle petizioni popolari – sbarca nel Pakistan islamico dove vige quella legge contro la blasfemia che serve sempre e soltanto per colpire i non musulmani, specialmente i cristiani. E lo fa rilanciando la campagna di sensibilizzazione mondiale in difesa di Asia Bibi, la giovane pakistana cristiana che da anni langue in carcere condannata a morte in virtù della suddetta assurda legge sulla blasfemia.
Il presidente di CitizenGO, lo spagnolo Ignacio Arsuaga, si trova adesso a Lahore, in Pakistan, e in questo video descrive la situazione del Paese.
«Ho osato chiedere ai cristiani pakistani che ho incontrato – dice Arsuaga – di pregare per noi. Mi hanno risposto con un'incredibile emozione. Lo fanno con un'umiltà che ha toccato il mio cuore, non potete immaginare quanto. Loro hanno bisogno delle nostre preghiere e di mezzi materiali per sconfiggere la povertà e le persecuzioni, ma anche noi abbiamo bisogno di loro in mezzo al deserto spirituale della nostra società. Conto su tutti i sottoscrittori di CitizenGO per continuare a raccontare ai cristiani pakistani che non li abbandoneremo».
Il 97 % della popolazione del Pakistan è musulmana. L'altro 3 % è formato da cristiani, ma anche parsi, indù e così via. I cristiani rappresentano la minoranza della minoranza. Sono la comunità più debole del Paese, quella che chiunque può attaccare e offendere impunemente.
Qui si può firmare la petizione di CitizenGo per la liberazione di Asia Bibi.