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Cina, 2 milioni di neonati in più nel 2015. Ma la politica del «figlio unico» uccide ancora, solo un po’ meno
NEWS 2 Giugno 2014    

Cina, 2 milioni di neonati in più nel 2015. Ma la politica del «figlio unico» uccide ancora, solo un po’ meno

Con il rilassamento della famigerata legge sulla pianificazione familiare – nota come “legge del figlio unico” -, con cui dal 1979  Pechino ha mietuto milioni di vittime mediante l’aborto forzato imposto alle coppie oltre il primo figlio, la Cina può aspettarsi circa 2 milioni di neonati in più per il prossimo anno. Lo dicono fonti governative, secondo le quali Pechino «ha già ordinato» la creazione di nuove strutture sanitarie indirizzate proprio alla maternità.
Secondo i dati delle Nazioni Unite, in Cina sono nati nel 2013 quasi 18,5 milioni di bambini: il dato è inesatto perché tiene conto soltanto delle nascite registrate, mentre diversi esperti quantificano in centinaia di migliaia i bambini che, nati nelle zone rurali, non vengono iscritti nei registri. In ogni caso, le previsioni del governo parlano di un aumento dell’11% nelle nascite durante il primo anno di politica familiare alleggerita.
L’allentamento, varato nel 2013, permette invece alle coppie in cui uno dei due partner sia già figlio unico, di avere due figli. Ma solo a esse, e solo in alcune regioni del Paese.
L’assurda legge dell’aborto forzato si allenta insomma un poco, ma resta in vigore. Uccide un po’ meno, ma continua a uccidere. Fra i pochi che da sempre denunciano la parzialità dei nuovi provvedimenti cinesi in materia, e quindi la loro ipocrisia (l’“apertura” pare infatti essere data da meri calcoli statistici, a fronte di una voragine demografica enorme) vi è da sempre il direttore di AsiaNews, padre Bernardo Cervellera, del PIME, che non si mai lasciato incantare.