La pedofilia è una piaga sociale sempre più purulenta, anche perché sono sempre di più le voci che spingono verso una “normalizzazione” del fenomeno, in nome di presunti diritti di piccoli (sic!) e grandi di “vivere l’amore”.
E proprio queste pressioni verso la normalizzazione della pedofilia sono il motivo fondamentale che hanno spinto la spagnola Alice V. Rubio, filologa classica, insegnante, ricercatrice e scrittrice sull’ideologia gender e membro del partito Vox a dare alle stampe un libro sul tema, dal titolo: … y os utilizaron por ser niños – Adoctrinamiento y desprotección para legalizar la pederastia (… e ti hanno usato per essere bambini – Indottrinamento e la mancanza di protezione per legalizzare la pedofilia).
Per la Rubio, infatti, intervistata da InfoCatolica, quello della pedofilia «è il prossimo <passo>. Ebbene, ci sono molte cose da fare, perché siamo già nelle ultime fasi della demolizione della cultura e dei valori che è in atto da molti anni. Ma forse questa distruzione e uso dell’infanzia meritava un’analisi dettagliata, per vedere se la società si sveglia vedendo come si fanno gli ultimi passi». Insomma, riprendendo la nota teoria della “Finestra di Overton”, la questione della pedofilia, che solo fino a pochi anni fa era comunemente considerata inaccettabile, non solo ha ormai iniziato a fare capolino in maniera sempre più insistente nel pensiero comune, ma è anche prossima – sostiene la studiosa – a una accettazione, a una normalizzazione.
Anche se la coscienza rispetto a questa cosa è ancora poco diffusa, mentre invece si è parlato molto di più dell’ideologia gender, con la negazione dell’identità e della differenza sessuale, maschile e femminile, con lo scopo ultimo, sostiene ancora la Rubio, di giungere a «una drastica riduzione della popolazione continuando a generare ricchezza per i grandi gruppi di potere che impongono queste politiche di sterilizzazione».
Tornando alla pedofilia, perché prendersela con i bambini? La ricercatrice risponde in maniera netta, chiamando in causa il tema della “produttività” di ogni persona, in chiave materialista. E, prosegue nel ragionamento, «i bambini sono consumatori improduttivi a lungo termine»: quindi perché non prenderli di mira? Tuttavia, affinché questo “progetto mortifero” possa concretizzarsi, occorrono due “armi”: da un lato l’indottrinamento e dall’altra la mancanza di protezione dei minori.
«Per impadronirsi dei minori», spiega infatti la Rubio, «devono ingannarli, indottrinarli ai nuovi valori che sono proprio l’opposto dei nomi che vengono loro dati: vengono educati a una libertà piena di censura e violazione dei diritti di espressione, pensiero e culto, la verità è un’imposizione nello stesso tempo in cui è loro impedito di cercarla, la tolleranza è un’intransigenza su chi non si piega all’ideologia dominante, la diversità impone l’uniformità in tutto tranne che nella sessualità, che tra l’altro è una “diversità” abbastanza limitata e limitante, l’uguaglianza è una struttura carica di disuguaglianze giuridiche che impongono un’impossibile uguaglianza biologica, la giustizia un compendio di leggi che equiparano delitti e delitti, che creano delitti di opinione e di pensiero, e caste privilegiate contro alcuni tipi di criminali…».
Accanto a questo, si diceva, i bambini vanno sottratti alla protezione dei genitori, creando nel contempo «strutture di tutela che li “sproteggano istituzionalmente”, considerando che l’abuso e l’uso di minori sono diritti dei bambini alla sessualità, all’autodeterminazione del sesso, all’informazione quando consumano materiale pornografico… l’idea è che i genitori violino quei diritti e che lo Stato debba garantirli».
SPINTE PRO-PEDOFILIA ANCHE DALL’OLANDA
Il discorso è chiaro e riecheggia un’altra importante notizia emersa solo negli ultimi giorni: si tratta di alcuni verbali interni di un’assemblea – risalente al giugno 2019 – dei Jonge democraten, l’ala giovanile “indipendente” dei Democraten 66 (D66), forza politica social-liberale olandese che fa parte della coalizione di quattro partiti che sostiene la premiership di Mark Rutte. In questi documenti – appunto non nuovi, a indicare che il fenomeno non è recente bensì sono anni che, direbbero i latini, «Gutta cavat lapidem» – si legge, tra altre amenità, che la pedofilia sarebbe «un orientamento sessuale con cui si nasce», che «nelle scuole secondarie dovrebbe essere impartita un’istruzione sulla pedofilia come orientamento sessuale» e che sarebbe bene incentivare la «pornografia infantile virtuale», in quanto «la visualizzazione di materiale pedopornografico virtuale potrebbe forse aiutare i pedofili a conoscere i propri sentimenti senza nuocere ad altre persone». (Foto: Intereconomiatube screnshot, Youtube)
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