Una story su Instagram tra tante, una delle decine che l’influencer per eccellenza condivide con i suoi 23 milioni di follower ogni giorno. Chiara Ferragni ha partorito da pochi giorni la sua secondogenita Vittoria e domenica ha pubblicato un collage di immagini particolari. Si tratta di una doppia sequenza di fotografie che ritraggono la neonata, quattro immagini tratte dalle ecografie fatte nel corso della gravidanza e accostate ad altrettanti scatti della bimba appena nata. Quattro coppie di immagini in cui la bimba dentro l’utero è straordinariamente – naturalmente ! – somigliante a se stessa pochi giorni dopo la nascita. Nella prima coppia di immagini la piccola ha gli occhi chiusi, nella seconda una manina davanti al viso, nella terza ha il labbro arricciato, nella quarta abbozza un sorriso, le stesse espressioni sia dentro che fuori l’utero. «Incredibile», commenta la Ferragni con un cuoricino, in effetti la somiglianza è impressionante, impressionante la definizione dell’immagine che grazie alla tecnologia possiamo avere di una bimba nel grembo della madre.
Una story involontariamente pro life (la Ferragni si è sempre dichiarata pro choice), un collage che potrebbe venire benissimo stampato su uno dei manifesti che Pro Vita e Famiglia hanno utilizzato negli ultimi anni per sensibilizzare sul tema dell’aborto. Anzi che ricorda molto il manifesto, da molti definito «choc», in cui si vedeva un feto di poche settimane con scritto che il cuoricino già batteva e il feto a poche settimane può già ciucciarsi il ditino. Apriti cielo, i paladini dell’aborto erano scesi in campo indignati, eppure non ha niente di così diverso da quanto postato dalla regina delle influencer. Perché sì sa, ci sono cose che sono accettabili soltanto se arrivano da determinati pulpiti. Come accaduto qualche giorno fa, quando Selvaggia Lucarelli ha attaccato Laura Boldrini per l’incoerenza con cui ha trattato due delle sue collaboratrici mentre a voce si presentava come la paladina delle donne, giusto lei poteva scriverlo, lo avesse fatto qualunque penna che non si trova dal lato sinistro della storia sarebbe stata accusato di misoginia, odio digitale, body shaming, fake news e chi più ne ha più ne metta.
Però la verità a volte bussa anche nelle case più impensate, e si fa spazio, proprio per la sua forza, anche dai pulpiti che più la vorrebbero avversare. E così la piccola Vittoria è diventata una piccola testimonial pro life senza saperlo, chissà se aprirà gli occhi alla madre. Di certo la tecnologia più si fa sofisticata, può svela e rende inconsistente la menzogna di chi si ostina a dire che quella dentro l’utero “non è ancora vita”. Proprio per questo i cosiddetti pro choice detestano così tanto che chi vuole abortire venga sottoposto alle ecografie, chi sopprimerebbe una vita così piccola e innocente dopo averla vista? Chissà se se lo chiederà anche qualcuno dei suoi follower…
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