«La vocazione e l’esistenza del sacerdote dipendono esclusivamente dalla sola volontà di Gesù Cristo e non derivano né da considerazioni umane né da regolamenti della Chiesa. In Lui e con Lui il sacerdote diventa il proclamatore della Parola e il servitore della gioia». Così si legge in una nota pubblicata al termine del simposio che si è svolto sabato 28 settembre al Pontificio Collegio Teutonico, in Vaticano, sul tema «Attuali sfide del ministero ordinato nella Chiesa».
Organizzatori della giornata di studio e autori della nota sono stati insieme il Ratzinger Schülerkreis e il Nuovo Circolo degli Studenti di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI. Il primo è lo storico gruppo dei teologi che fecero un dottorato con Ratzinger professore fino al 1978, anno in cui poi il futuro Pontefice divenne vescovo e dovette lasciare il mondo accademico. Il secondo gruppo, di formazione recente, è invece composto da coloro che dedicano tesi o ricerche all’opera del Papa emerito. I relatori dell’evento sono stati i teologi Karl-Heinz Menke (Bonn), María Esther Gómez de Pedro (Santiago de Chile), Christoph Ohly (Treviri), Marianne Schlosser (Vienna), Ralph Weimann (Roma), insieme ai cardinali Kurt Koch e Gerhard Ludwig Müller.
A pochi giorni dal Sinodo dei vescovi sull’Amazzonia, che si aprirà il prossimo 6 ottobre, e di fronte all’ipotesi della messa in discussione del celibato sacerdotale, il più autorevole consesso di studiosi ratzingeriani – e per quanto riguarda il Ratzinger Schülerkreis anche suoi stretti amici – ha posto nero su bianco le ragioni per cui non c’è altra via possibile al celibato per il sacerdote. Se questo infatti «esiste solo dalla sua relazione con Cristo» e agisce in persona Christi, allora è necessaria anche «una partecipazione allo stile di vita di Cristo». E «dalla costante tradizione della Chiesa latina il celibato è visto come una chiara testimonianza di una speranza credente e di un generoso amore per Cristo e la sua Chiesa».
Quella di sabato è la prima dichiarazione pubblica da parte degli ex studenti di Ratzinger al termine di uno dei loro annuali ritrovi, un’eccezione che hanno motivato con la necessità di portare il pensiero teologico del Papa emerito, sul tema in questione, al grande pubblico. Nella nota si sottolinea come i sacerdoti non abbiano un ruolo semplicemente funzionale nella Chiesa, ma siano chiamati a essere ri-presentazione della persona di Gesù Cristo sia nella celebrazione dei sacramenti che nella loro vita di santità e devozione.
Si aggiunge che la risposta allo scandalo relativo agli abusi sessuali della Chiesa in tutto il mondo «riduce la credibilità» del sacerdote come persona in unione con Cristo, ma che «in questi tempi di crisi e di dolorosa purificazione» non saranno «le riforme strutturali a portare sollievo e guarigione», bensì «una vita di fede autenticamente vissuta». «Solo quando torneremo tutti uniti alla nostra comune comprensione di Gesù Cristo come vero Dio e vero uomo, la Chiesa potrà essere rinnovata».
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