Ipotizziamo un gioco in cui la segreteria del Pd, Elly Schlein, vada ad un salone del libro a parlare di un suo libro che racconta della sua vita e delle sue scelte politiche. Bene, ipotizziamo poi che un gruppo di manifestanti prolife e profamily vada sotto al palco a impedirle di parlare per dire, per esempio, che «Un bambino nasce da una mamma e un papà, è una questione di libertà». Oppure: «Uccidere in grembo non è un diritto» e altri slogan del genere.
Lo scopo del gioco è capire se Elly «accetta il dissenso», oppure no. Perché quando ieri l’altro è toccato al ministro della famiglia Eugenia Roccella di essere impedita di parola al Salone Internazionale del libro di Torino, la segretaria del Pd in una breve lectio magistralis di democrazia impartita alla trasmissione Tv In Onda ha detto che «è surreale il problema che ha questo governo con ogni forma di dissenso», aggiungendo che non sa «come si chiama la forma di un governo che attacca le opposizioni e gli intellettuali ma quantomeno mi sembra autoritaria».
Quindi, invece, di stigmatizzare il fatto di un ministro della Repubblica a cui è stato democraticamente impedito di parlare, nonostante peraltro la Rocella abbia anche conservato una calma olimpica restando disponibile al confronto, Elly con un tocco di magia ribalta la frittata: il ministro a cui è stato impedito di parlare sarebbe membro di un governo «autoritario».
Può darsi che noi la lezione di democrazia impartita dalla Schlein non la comprendiamo fino in fondo, ma c’è un modo per capire se lei accetta davvero il dissenso: applicare il gioco di cui sopra. Approntare per esempio un bel comitato che vada a contestare rumorosamente e democraticamente la segretaria a un incontro pubblico e vedere l’effetto che fa. Se Elly e compagnia chic (dentro e fuori i Palazzi) mostrano di accettare democraticamente il dissenso anche acceso, allora «W Elly», altrimenti di «surreale» qui c’è solo una cosa: la mancata dichiarazione di piena solidarietà da parte della segretaria del principale partito di opposizione a un ministro della Repubblica, a cui di fatto è stato impedito di parlare al più grande Salone del libro italiano.
(immagine: screen shot da canale Tv La7)
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