«Ho firmato perché il cammino sinodale tedesco sta seminando confusione su ciò che la Chiesa insegna veramente». Onorando il suo cognome, che trasuda coraggio da ogni sillaba, monsignor Salvatore Joseph Cordileone, arcivescovo metropolita di San Francisco è tornato sulle ragioni che l’hanno portato a sottoscrivere, insieme a decine di altri pastori, la lettera – complessivamente sottoscritta da 70 vescovi – per segnalare le preoccupazioni per il cammino sinodale della Chiesa tedesca, in cui pare si trovi «più sottomissione e obbedienza al mondo e alle ideologie che a Gesù Cristo come salvatore».
Più precisamente, interpellato dall’emittente televisiva Ewtn, l’arcivescovo di san Francisco ha voluto ricordare che «l’insegnamento di Cristo è senza tempo. Non è vincolato da una generazione, un’epoca o una cultura». «È universale, si applica a tutti i tempi, tutti i luoghi, tutte le culture», ha inoltre aggiunto il prelato di origini italiane, formulando in questo modo una chiara critica al metodo, per così dire, con cui certo cattolicesimo tedesco intende smantellare la dottrina, e cioè chiamando in causa non meglio precisati “segni dei tempi” a cui urge adeguarsi, pena l’incomprensione o l’allontanamento dei fedeli.
Peccato che non la teoria ma l’esperienza, peraltro una che in Germania dovrebbero conoscere molto bene – essendo quella del vicino nord Europa – insegna che sono proprio le denominazioni protestanti e luterane che più si sono adeguate, dottrinalmente parlando, all’agenda mondana quelle che scontano la più devastante emorragia di pastori e seguaci. Ma torniamo a monsignor Cordeone, il quale, nell’intervista rilasciata, non ha mancato di sollevare anche un altro tema: quello della confusione. Sia i fedeli sia alcuni vescovi, ha sottolineato Cordelone, chiedono aiuto, spaventati dalla piega sinodale.
Non per nulla, in effetti, c’è chi per la verità da qualche tempo sente addirittura odore di scisma. Esagerazioni? Preoccupazioni eccessive? C’è da temere di no. Anche perché, come già ricordato dal Timone, dal Synodale Weg di Francoforte sul Meno non più tardi di qualche mese fa era filtrata una richiesta ancora più impattante, rispetto alla già pesante richiesta di rivedere l’insegnamento in materia di omosessualità, e cioè un nuovo catechismo. Un’aria scismatica, insomma, soffia veramente.
E forse il mondo migliore per impedire che possa prendere il sopravvento è proprio ascoltare parole come quelle dell’arcivescovo americano, là dove rammenta che l’insegnamento di Cristo è «senza tempo»; il che non significa, si badi, che tale insegnamento sia semplice da seguire o, peggio ancora, che sia qualcosa a portata di mano. Tutto il contrario: la via che Gesù indica appariva impervia se non impraticabile già ai suoi discepoli, 2.000 anni fa. Il punto è che a questa lezione impartita non esiste alcuna vera alternativa. Con la conseguenza che chi intende rivederla, in definitiva, non fa che seguir un interesse. Il proprio.
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