Il Cardinale Péter Erdő, Primate d’Ungheria, in seguito alla pubblicazione del decreto pontificio sul riconoscimento delle virtù eroiche del Venerabile Servo di Dio Cardinale József Mindszenty (avvenuto oggi, 13 febbraio 2019, ndr) ha guidato un breve momento di preghiera e di ringraziamento nella Basilica di Santo Stefano Rotondo al Celio, già chiesa titolare del Cardinale Mindszenty.
La notizia del decreto del Santo Padre è stata annunciata a Budapest dal Presidente della Fondazione Mindszenty Michael Habsburg-Lothringen durante i lavori del convegno “Settant’anni fa il processo Mindszenty. Destino dei Pastori nell’Europa Centro-orientale” organizzato oggi dalla medesima Fondazione e dall’Assemblea Nazionale ungherese, nel Palazzo del Parlamento. L’aula gremita di dignitari e personaggi del mondo ecclesiale e della cultura ungherese ha accolto l’annuncio con un commosso applauso.
Il Cardinale Péter Erdő ha emesso il seguente comunicato (fonte).
Abbiamo appreso con immensa gioia la notizia che Papa Francesco ha approvato il decreto sull’esercizio eroico delle virtù cristiane da parte del Servo di Dio Cardinale József Mindszenty, Arcivescovo di Esztergom e Primate d’Ungheria.
D’ora in poi possiamo perciò chiamarlo Venerabile. Si tratta di un passo importante verso la beatificazione, e adesso potrà iniziare lo studio delle grazie ricevute e dei miracoli. Il risultato positivo di tale esame potrà dimostrare che nella figura del Cardinale Mindszenty possiamo vedere non solo un esempio, ma anche qualcuno che può sostenerci con la sua intercessione efficace.
Dopo decenni di preghiere e di impegno è una grazia speciale per noi questo riconoscimento da parte della Suprema Autorità della Chiesa. Ne siamo molto grati al Santo Padre e andiamo avanti nella preghiera per poter al più presto celebrare il nostro Venerabile Predecessore che, accettando ogni sofferenza, ha amato Dio, la Chiesa e il nostro popolo con “intrepida fermezza nella fede”, nella schiera dei Beati.
Roma, il 13 febbraio 2019
+ Card. Péter Erdő
Arcivescovo di Esztergom-Budapest
Primate d’Ungheria
Il cardinale Carlo Caffarra, già arcivescovo di Bologna, così ricordava il cardinale Mindszenty:
«Il Servo di Dio cardinale Mindszenty che aveva in sé la testimonianza di Gesù, dovette far fronte ad un potere che aveva preso corpo in un sistema, il materialismo dialettico e storico, che negava ogni destinazione ultraterrena dell’uomo; che escludeva radicalmente la presenza e l’azione di Dio nel mondo e soprattutto nell’uomo. A questo potere il Servo di Dio non oppose altro che la testimonianza di Gesù di cui era in possesso: la testimonianza al primato di Dio e alla verità dell’uomo. E’ stato la “spia” della verità. “Anche se avevo sperimentato l’orrore dell’odio” ha scritto nelle sue memorie “anche se avevo imparato a conoscere la faccia del diavolo, proprio il carcere mi insegnò a fare dell’amore il principio direttivo della vita”. […] Venni a conoscenza del Card. Mindszenty che ero ancora un bambino. Ricordo ancora perfettamente che mio padre ne parlava continuamente in casa, e lo considerava un esempio di fedeltà a Cristo che ci proponeva. Non posso ora non essere profondamente commosso. Il vostro Eminentissimo Primate mi ha fatto un dono grande: posso pregare sulla tomba di questo martire e testimone della fede della Chiesa del XX secolo, che fu guida ai miei primi passi verso il sacerdozio». (Carlo Caffarra, Prediche corte tagliatelle lunghe, ESD 2017, pagg. 99-100)
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