Il cardinale Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest, ha tenuto la conferenza di Bampton alla Columbia University lunedì 29 gennaio. L’intervento ha riguardato i pericoli del relativismo morale e della necessità della Chiesa in uno stato secolare.
Senza un fondamento nella legge naturale, ha detto il cardinale, le società diventano instabili e il male morale diventa ammissibile. «E’ difficile per lo Stato decidere cosa è bene per l’uomo» se smarrisce il riferimento prepolitico alla legge morale naturale e una visione religiosa della realtà, inoltre la democrazia si indebolisce quando viene «indebolita la fede nella razionalità».
«Anche la maggioranza può prendere decisioni sbagliate o dannose, soprattutto se il concetto di bene comune diventa incerto, perché non c’è consenso nemmeno sui fondamenti antropologici della legge». Fino all’irrompere dell’Illuminismo, ha spiegato Erdo, le società erano governate con una buona comprensione della legge morale basata su realtà trascendenti, poi quell’insieme organico è entrato in crisi.
Soprattutto l’Occidente è testimone di uno «scuotimento dei fondamenti antropologici della democrazia. «Le democrazie occidentali presumono che politici e partiti presentino e difendano i loro programmi politici su basi razionali e che cittadini maturi e responsabili facciano le loro scelte ed eleggano le persone usando argomentazioni razionali», ha affermato. Ma «oggi questo sembra un’utopia … l’immagine della realtà è diventata molto complicata. Ci deve essere molta fiducia perché qualcuno creda alle premesse fondamentali di un programma politico, così che l’organo eletto, basato su una maggioranza democratica, possa contare sulla fiducia di quella società. Sembra essere un circolo vizioso». (fonte)
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