In vista delle prossime elezioni in Bolivia, il presidente “onnipotente” Evo Morales ottiene un importante endorsement pubblico dal più alto rappresentante della Chiesa del Paese andino: il cardinale Toribio Ticona, che ha ricevuto la berretta rossa da Papa Francesco da meno di un anno, è infatti sceso in strada con il presidente cocalero per partecipare a un congresso di un’associazione di donne campesinas.
La cosa però ha destato grande imbarazzo proprio presso la Conferenza episcopale boliviana che ha dovuto prendere le distanze definendo la discesa in campo di Toribio Ticona come “un’iniziativa personale”. Di più non poteva proprio fare il presidente dei vescovi boliviani Eugenio Scarpellini anche perché il cardinal Toribio Ticona Porco è definito con quell’aura di marchio indelebile come un “amico di Papa Francesco” con questo “imprimatur” di solito i media tendono a far passare qualunque stramberia.
In questo caso è davvero curioso che un cardinale, l’ecclesiastico più alto in grado del Paese, scenda palesemente in campo per la rielezione del contestatissimo presidente Morales. I due hanno partecipato a Cochabamba all’evento politico-sindacale-elettorale e Toribio ne ha approfittato anche per un endorsement pubblico chiamandolo “fratello”: “Dobbiamo sempre andare avanti con il presidente Morales. Anche ora, che si avvicinano le elezioni, con le parole e con i fatti”. E il presidente? Ha incassato tutto contento ringraziando a sua volta per la presenza e le belle parole.
Non male come siparietto, che di fatto, non fa altro che aumentare i dubbi sull’integrità morale di un cardinale su cui, fin dal giorno della sua nomina in Concistoro, sono iniziati ad aleggiare pesanti sospetti: noto è infatti che Toribio Ticona Porco sia chiaccheratissimo come “marito” e papà. La notizia, emersa quando ha ricevuto la berretta rossa, pur essendo stata definita dal Vaticano come “fake news” in realtà per i detrattori non è stata smentita con sufficiente chiarezza. E i dubbi restano.
Ora, questo nuovo episodio, contribuisce a minarne la credibilità. E questo la conferenza episcopale lo sa bene dato che subito dopo la notizia, i leader dell’opposizione al presidente cocalero hanno protestato per questa pesante interferenza nella vita politica di un ecclesiastico di rango.
Così la Conferenza Episcopale ha dovuto emettere un comunicato stampa in cui ha preso le distanze. Ha parlato di iniziativa personale “che non rappresenta in alcun modo la posizione della Chiesa”. L’Arcivescovo Scarpellini ha anche aggiunto che Toribio Porco “ha partecipato ad un evento pubblico, ma quando fa una dichiarazione non rimarca nelle sue parole il parere di una conferenza episcopale. Ancor meno della Chiesa come se la Chiesa parlasse attraverso di lui. Quando fa una dichiarazione politica o è una dichiarazione a nome della Conferenza come stiamo facendo in questa occasione o è a titolo personale. La rispettiamo, ovviamente, ma è a titolo personale”.
Dunque, ricapitolando: in Bolivia hanno un solo cardinale e questi è chiacchierato per la sua vita famigliare, è sponsor del presidente cocalero e quando parla di politica parla a titolo personale e non a nome della Chiesa, che prende le distanze da lui. Misteri del Latinoamerica.
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