«Pur adottando i valori positivi della modernità, come soggetti attivi del futuro del mondo, le famiglie cristiane africane dovrebbero ribellarsi all’imperialismo di alcune lobby e associazioni che sostengono e vogliono imporre il matrimonio tra persone dello stesso sesso, dissolutezza, ecc. ». Sono parole del cardinale Philippe Ouédraogo, arcivescovo di Ouagadougou in Burkina Faso, pronunciate durante la veglia di Pasqua nella notte tra il 3 e il 4 aprile.
«A Pasqua, se la luce ha brillato sulle tenebre, anche la Chiesa dovrebbe dare il suo contributo, per fermare la dittatura del pensiero unico e dell’informazione manipolata, che inganna e compromette la vita di intere generazioni, promuovendo “la cultura della morte”: aborto, eutanasia, metodi contraccettivi e contro la natalità», ha proseguito il porporato che è anche presidente del simposio delle conferenze episcopali d’Africa e Madagascar.
In Africa il tasso di natalità resta il più alto di tutti i continenti: 4,5 figli per donna nel 2017, secondo i dati dell’Agenzia francese per lo sviluppo. Contro ogni malthusianesimo, più o meno diretto, il cardinale afferma di aver osservato la diffusione di idee e politiche che tendono a ridurre l’alto tasso di natalità sinistramente sospettato di essere alla base della povertà. Per il cardinale Ouédraogo queste idee sono all’origine «della propagazione di metodi contraccettivi, della loro insidiosa imposizione su donne e ragazze per evitare gravidanze in vista del raggiungimento del “dividendo demografico”, per chissà quale felicità».
Ribadendo la proposta del matrimonio cristiano il porporato ha ricordato anche la contrarietà alla poligamia e all’adulterio. «Il matrimonio cristiano è monogamo, cioè un solo uomo, una sola donna, come la coppia del prototipo biblico iniziale “Adamo ed Eva ”(cfr Gen 1). Questo esclude ogni tentativo di poligamia e anche qualsiasi adulterio».
Infine, il cardinale africano ha concluso ricordando che la «testimonianza che spetta a tutti i cristiani di questa società è la ricerca delle realtà soprannaturali e non quelle della terra, che sono effimere».
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