Pubblichiamo uno stralcio dell’omelia pronunciata dal cardinale Carlo Caffarra (1938-2017) in occasione della Solennità della Assunzione della Beata Vergine Maria al Parco di Villa Revedin a Bologna il 15 agosto 2009 (fonte: caffarra.it)
[…] La solennità odierna rivela all’uomo, a ciascuno di noi, qual è il nostro destino. Non siamo destinati al nulla eterno; ad essere un pugno di polvere. Siamo destinati alla vita eterna: di beatitudine infinita se vivremo secondo la legge del Signore; di infelicità eterna se vivremo nella trasgressione della legge del Signore.
Quando l’uomo perde la consapevolezza del suo destino eterno e rinchiude la sua vita esclusivamente dentro all’orizzonte del tempo, rinuncia alla sua dignità e grandezza e si espone a ogni sopruso dei potenti di turno. Se infatti l’uomo fosse solo il risultato casuale delle leggi impersonali dell’evoluzione; se non avesse un destino eterno, come potrebbe difendersi dall’essere considerato e trattato come un momentaneo frammento della società? Poiché l’uomo, ogni persona umana dal concepimento alla morte, è collocato in un rapporto immediato con Dio stesso, è indisponibile a ogni uso e sfruttamento della sua persona da parte di altri.
Quando si mette in atto una strategia tesa ad estirpare dal cuore umano la speranza di una vita eterna, si priva l’uomo della principale ragione ed energia del suo sviluppo integrale e dello sviluppo della società. Un uomo che si pensa prigioniero del tempo e non destinato alla vita eterna, si priva del fondamento della sua dignità.
La celebrazione dell’Assunzione è dunque anche la celebrazione della dignità della persona umana, perché le rivela la sua altissima vocazione.
Ma c’è una dimensione della persona umana che oggi è particolarmente celebrata nella sua dignità: la dimensione corporale. È il secondo grande insegnamento. È il corpo di Maria che oggi noi celebriamo: Ella entra nella gioia eterna del Signore anche col suo corpo.
Cari fratelli e sorelle, è questo un punto caratteristico della visione cristiana dell’uomo. La persona umana è anche il suo corpo. Esso dunque non è un oggetto di cui fare uso e da manipolare arbitrariamente. Il corpo è la persona.
Sono molte le forme di mercificazione cui il corpo, e quindi la persona, è oggi sottoposto. Il corpo – soprattutto femminile – usato per vendere prodotti; la nobilitazione di qualsiasi uso della sessualità umana; la conseguente progressiva disistima dell’amore coniugale, umiliato dall’essere equiparato a convivenze ben diverse. Sono solo alcuni esempi del profondo disprezzo che la cultura contemporanea, anche se afferma il contrario, ha del corpo.
La solennità odierna è anche la glorificazione del corpo umano: di Maria in primo luogo, e del corpo di ognuno di noi. Ci viene oggi detto che l’altissima vocazione dell’uomo coinvolge anche il suo corpo.
Cari fratelli e sorelle, la luce gloriosa di questa solennità illumini la nostra coscienza e la nostra vita, e ci insegni a vivere la nostra giornata terrena non nell’attesa di una notte eterna, ma del giorno pieno che non conosce tramonto: Cristo nostro Signore, “primizia di coloro che sono morti”.
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