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Card. Ambongo: «La chiesa in Europa sta morendo»
NEWS 22 Febbraio 2023    di Redazione

Card. Ambongo: «La chiesa in Europa sta morendo»

«L’Africa è il futuro della Chiesa, questo è evidente. Basta guardare i dati oggettivi, le statistiche. Penso che tu conosca la situazione della Chiesa in Europa. La Chiesa in Europa sta morendo, e quando vai nelle chiese, sono vuote. Le persone che vanno di solito hanno più di 70 anni. Quando queste persone non ci saranno più, chi parteciperà?», questa la risposta del cardinale Fridolin Ambongo, arcivescovo di Kinshasa (Congo) durante un’intervista a La Croix Africa sabato 18 febbraio, dopo aver presieduto la messa di ordinamento di Mons. Joseph Aka, nuovo vescovo di Yamusukro. Di questo suo breve soggiorno a Yamusukro ha dichiarato: «È un servizio alla Chiesa. Quando un vescovo chiede a un altro di consacrarlo, in linea di principio, non bisogna rifiutare. […] Monsignor Aka è stato segretario della conferenza subregionale dell’Africa occidentale, Cereao, per diversi anni. Come nuovo presidente della Sceam, è un modo per ringraziarlo per tutti i servizi resi a favore della Chiesa in Africa».

«D’altra parte, quando si va a sud, in Africa, la Chiesa sta crescendo, non solo in quantità ma anche in qualità. Tutto indica che il futuro della Chiesa è in Africa, perché anche in Africa, ovunque vai, ci sono giovani. E questo è ciò che ha impressionato il Papa a Kinshasa, si chiedeva da dove venisse tutta questa gioventù. I giovani simboleggiano il dinamismo. Durante il suo incontro con i giovani allo Stadio dei Martiri di Kinshasa, il Papa ha fatto una catechesi usando le cinque dita della mano. E i giovani sono rimasti scioccati da questa catechesi del Papa, che li ha persino provocati. Hanno reagito alle provocazioni del Papa ed è stato un momento straordinario», ha proseguito, «penso a questa gioventù africana – e l’ho vista qui, in Costa d’Avorio – e dobbiamo prenderci cura di lei. Il problema è che non ci prendiamo cura dei giovani, non diamo loro speranza, la speranza di un domani migliore. Ecco perché, a volte, i nostri giovani si disperano e credono che il paradiso sia altrove. Questo finisce nei drammi che conosciamo. Dobbiamo prenderci cura dei nostri giovani perché sono veramente il futuro della nostra società, il futuro della nostra Chiesa».

Ha parlato poi della visita del Santo padre come un’esperienza di «felicità» e «unanimità». «I quattro giorni trascorsi con il Papa sono stati una vera esperienza del Monte Tabor per il popolo congolese», specificando che al di là dell’emozione è il messaggio che il Papa ha voluto mandare a essere molto importante: «Sapete che il Congo è un Paese martirizzato dall’avidità di tutti coloro che vogliono impadronirsi delle sue ricchezze. L’unico che non ne beneficia è il popolo congolese. E il Papa lo ha detto con le sue parole, presentando il Paese come un diamante. Un diamante che tutti vogliono avere, ma vogliono senza i congolesi. Ha usato questa espressione forte per rivolgersi a tutti i predatori: “Togliete le mani dal Congo, togliete le mani dall’Africa”».

In riferimento poi alla nomina del cardinale Ambongo a responsabile dello Sceam (Simposio delle Conferenze Episcopali dell’Africa e del Madagascar), ha affermato che la priorità è «finalizzare il processo sinodale», ma senza dimenticare «tutto il lavoro di evangelizzazione pastorale in profondità in Africa, ma anche tutti i problemi legati alla povertà in Africa, all’ingiustizia, all’immigrazione dei nostri giovani che lasciano il continente per andare a cercare quello che credono sia il paradiso e molto spesso finire in tragedia» (Fonte –Fonte foto: Wikipedia).

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