Negli ultimi anni il Canada ha visto quasi 100 delle sue chiese distrutte, vandalizzate o profanate. Fra le ragioni alla base c’è la diffusione di quella che oramai possiamo definire una bufala, secondo cui la Chiesa cattolica in Canada avrebbe commesso un omicidio di massa contro i bambini indigeni. Notizia smentita a più riprese, non ultimo nel 2023 dal Daily Mail, quando è emerso che non esisteva alcuna fossa comune nel seminterrato della chiesa cattolica di Nostra Signora dei sette dolori, tra l’altro dopo uno scavo durato un mese in cui non si è trovato neanche un corpo. Il Timone si è occupato di approfondire l’argomento nel numero di aprile (lo trovate qui).
Intanto, nella terra delle Prime Nazioni in Canada continuano a bruciare le chiese cattoliche. Domenica l’arcidiocesi di Toronto ha chiesto preghiere perché è stata distrutta la chiesa storica di Sant’Anna. Lo stesso giorno la polizia di Toronto ha dichiarato in un comunicato stampa che all’inizio della giornata le autorità hanno risposto a un rapporto sull’incendio avvenuto nella chiesa anglicana di Sant’Anna su Gladstone Avenue. La polizia ha visto «un denso fumo nero proveniente dalla chiesa e la chiesa completamente inghiottita dalle fiamme». In gran parte distrutta in modo irrecuperabile, questa chiesa si va ad aggiungere alle altre 32 incendiate dal 2021. È stata costruita tra il 1907 e il 1908 e designata sito storico nazionale.
In una dichiarazione di domenica, l’arcivescovo metropolitano di Toronto Francis Leo ha detto che la chiesa anglicana era «un luogo in cui i cristiani si riuniscono da oltre cento anni per adorare e adorare Gesù Cristo». Ha poi aggiunto: «Era un luogo di culto meravigliosamente costruito dove le persone potevano pregare Nostro Signore mentre erano circondate da opere d’arte belle e storiche – un luogo di rifugio per i credenti nel cuore di una città grande e trafficata». La chiesa era nota per la sua architettura slanciata e gli interni sontuosi, costruita in stile neo-bizantino, evocava l’imponente Basilica di Santa Sofia di Istanbul.
«Oggi è davvero un giorno molto triste», ha proseguito il prelato cattolico, «e desidero trasmettere il mio dolore, solidarietà e il mio sostegno alla diocesi anglicana di Toronto». «Sappiate che tutti coloro che sono stati colpiti da questo incendio rimarranno nelle preghiere dei fedeli membri della comunità cattolica in tutta l’arcidiocesi di Toronto oggi, il giorno del Signore, e nei giorni e nelle settimane a venire», ha concluso l’arcivescovo. Intanto, il pastore della chiesa, don Beyers, indirizzando una lettera a tutti i parrocchiani, ha detto che la comunità «sarebbe risuscitata dalle ceneri più forte e ancora più impegnata nella nostra missione di essere una chiesa per tutte le persone».
Ecco che allora nella Canada del ministro Trudeau è normale che tracce di pneumatici sulle strisce pedonali siano “crimine d’odio”, mentre l’incendio di chiese no. Era il 2020 quando la polizia di West Vancouver aveva accusato un uomo di aver compiuto un «gesto di odio» per aver «deturpato» delle strisce pedonali. Perché quelle non erano strisce qualsiasi, ma pitturate con i colori dell’arcobaleno in onore della comunità omosessuale.
Mentre un’altra chiesa va in fiamme, tra i media canadesi e il primo ministro Trudeau regna il silenzio. Nemmeno una parola. Silenzio che viene portato avanti in alcuni casi, quando per esempio a essere vandalizzate sono le sinagoghe o le scuole ebraiche. Oppure quando bruciano le chiese cattoliche. Ma quello stesso silenzio si rompe improvvisamente quando per esempio una moschea a Winnipeg subisce un tentativo di effrazione, e allora il primo ministro si reca direttamente sul posto. Ne ha usate di parole, in quell’occasione, affermando che «nessuno dovrebbe mai provare paura mentre si trova nel proprio luogo di culto». Si era scordato di aggiungere “tranne cristiani ed ebrei”, a questo punto. (Fonte foto: Screenshot, CBC News: The National, YouTube)
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