«Era assolutamente determinato a impegnarsi per la salvezza delle comunità indigene. E mentre per alcuni ciò può essere visto come un’invasione, per Serra ai suoi tempi era vista come una delle cose più amorevoli che si potessero fare: dare la propria vita per gli altri, ed è quello che ha fatto». Così Ruben Mendoza, archeologo e professore presso la California State University-Monterey Bay descrive san Junipero Serra. «Era un uomo in missione», spiega, sottolineando che quello che ai giorni nostri a molti sembra un abuso, era esattamente il cuore della missione per un missionario del Settecento: salvare l’anima degli indigeni.
Per questa ragione eredi dei nativi quest’estate hanno brutalmente distrutto la statua del santo francescano fondatore di tante missioni in California accusandolo di aver «maltrattato i loro predecessori». Ora il procuratore distrettuale della contea di Marin ha formalizzato le accuse di vandalismo contro chi si è reso responsabile del danneggiamento e della distruzione della statua di san Junipero Serra nella missione di San Rafael, decisione che l’arcidiocesi di San Francisco saluta con favore:
«Questo è un momento di svolta per i cattolici – si legge in un comunicato dell’Arcivescovo di San Francisco Salvatore Cordileone – la decisione del procuratore distrettuale […] rappresenta la prima volta che uno degli aggressori che hanno attaccato san Junípero Serra e commesso altri atti di vandalismo alle proprietà della Chiesa cattolica in tutta la California saranno ritenuti responsabili delle loro azioni in un tribunale.
Vorrei ringraziare le centinaia di cattolici di San Francisco che hanno firmato la nostra petizione per chiedere che questi criminali venissero perseguiti. Il gesto è stato ripreso dalle telecamere. I vandali sono arrivati muniti di scalpelli e vernice spray, che mostrano chiaramente la premeditazione. Se crimini come questi non venissero puniti, il governo starebbe dicendo ai vandali che loro possono decidere quali simboli i cattolici, e le altre fedi, possono mostrare e quali no.
Dal momento che stiamo parlando di atti di vandalismo in un luogo di culto, il dipartimento di polizia di San Rafael ha comprensibilmente raccomandato che gli autori fossero accusati di un crimine d’odio. In effetti, vandalizzare un luogo di culto per esprimere le proprie opinioni non è un semplice crimine contro il patrimonio: è un attacco all’identità e ai diritti di un’intera comunità di fede.
In una società diversificata potremmo discutere e non essere d’accordo su molte cose, inclusa l’eredità di san Junípero Serra. Ma i vandali non possono oltrepassare i terreni sacri di altre persone per distruggere i loro simboli sacri».
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