Brittany Maynard, californiana, 29 anni: in gennaio le è stato diagnosticato un tumore al cervello. Dopo un'operazione e un ciclo di cure, in aprile i medici le hanno detto che il cancro era tornato più aggressivo di prima e che le restavano solo sei mesi di vita da trascorrere tra atroci dolori. Non esiste un trattamento in grado di salvarle la vita; inoltre, con le cure prescritte dai medici, le sue capacità intellettive sarebbero decadute inesorabilmente.
Così ha deciso di morire. Ha deciso persino il giorno. Il prossimo 1° novembre morirà in Oregon, Stato nordamericano dove è consentito il suicidio assistito. Il giorno prima, il 30 ottobre, festeggerà il compleanno di suo marito, Dan.
Agghiacciante. Letteralmente. Speriamo, speriamo sul serio (non tanto per scrivere qualcosa in questa pagina altrimenti vuota, prima di passare svogliatamente ad altro per routine ne solito tran tran) che Brittany cambi idea. Che Dio le tocchi il cuore. Che Brittany non levi contro se stessa e contro Dio la mano usandosi quella violenza inaudita che nega la vita da questa parte del Cielo e dall’altra. Speriamo, e non tanto per dire. La speranza è un virtù teologale: permette all’uomo di parla con Dio direttamente. È una cosa serissima perché si fonda sulla bontà infinita di Dio, non sulle nostre piccole capacità umane. E allora diciamolo ancora, per Brittany: speriamo.
E quindi preghiamo. Per Brittany, per la sua famiglia. Preghiamo il Signore affinché, per l’intercessione della beata Vergine Maria e di tutti i santi di cui Ella è regina, Brittany cambi idea, perché tra pochi giorni non si ammazzi. Preghiamo affinché Dio le doni conforto nella sofferenza, aiutandola a trovare un senso alle cose anche più umanamente assurde e brutte, stando sempre vicino a i suoi cari.
Se lo chiediamo davvero, con la preghiera, Dio ci ascolterà sicuramente.
Forza, cominciamo…