Basta con gli aiuti ai ribelli, che combattono il Presidente Bashar al-Assad: è quanto hanno chiesto agli Stati Uniti i cinque principali leader cristiani siriani giunti in delegazione a Washington, grazie all’aiuto dell’Istituto Westminster e del “Barnaba Aid”, due organizzazioni di sostegno alle comunità dei fedeli minacciati.
Il viaggio è avvenuto in un momento particolarmente incandescente non solo sul fronte internazionale, bensì anche sul fronte interno, dopo la dura presa di posizione del sen. John McCain, ex-candidato alla Presidenza degli Stati Uniti, scagliatosi contro la rappresentanza cristiana. Secondo la quale, invece, è vero l’opposto: è ora di cambiare radicalmente strategia, anche esercitando forti pressioni su Arabia Saudita, Qatar e Turchia, affinché cessino di inviare in Siria nuovi terroristi, molti dei quali reclutati anche in Occidente.
Secondo mons. Armash Nalbandian, primate della Chiesa armena di Damasco e membro della delegazione, gli Usa devono «cambiare politica e scegliere la via della diplomazia e del dialogo, non sostenere i ribelli, né tanto meno chiamarli "combattenti per la libertà"».