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Bari, neonato accolto da culla per la vita: «Nessun bambino è un errore»
NEWS 20 Luglio 2020    di Redazione

Bari, neonato accolto da culla per la vita: «Nessun bambino è un errore»

È con l’avvento del cristianesimo che nel mondo antico aborto e infanticidio divengono culturalmente, religiosamente inaccettabili, e quindi fenomeni più rari e più circoscritti. È con l’irrompere del Vangelo che nascono orfanotrofi, brefotrofi, “ospedali dei bastardini”, “spedali degli Innocenti”, ruote degli esposti…strutture d’accoglienza per bambini abbandonati poste vicino a qualche istituto religioso o a qualche chiesa.

È ancora con quella cultura della vita che oggi, nonostante l’imperare di un cultura di morte, a Bari un neonato ha trovato la sua culla per la vita, moderna ruota degli esposti. Ieri mattina all’alba un neonato è stato lasciato nella culla termica che si trova a fianco della parrocchia di San Giovanni Battista a Poggiofranco, Bari. Il cartello posto all’entrata della culla è chiaro: «Nessun bambino è un errore. Se sei in una situazione difficile e non riesci a prenderti cura del tuo bambino, lascialo nella culla termica. Nel più completo anonimato sarà accolto e assistito».

Installata dal parroco don Antonio Ruccia, in collaborazione con il reparto di Terapia intensiva neonatale del Policlinico di Bari, la culla ha fatto il suo dovere per la prima volta dopo 5 anni dalla sua installazione; ora il piccolo, neonato di 9 giorni, si trova al reparto di neonatologia dell’ospedale. «Quando il mio cellulare, collegato alla culla termica, ha cominciato a squillare ho iniziato a tremare», ha dichiarato don Antonio. «Mi sono catapultato nell’area dove è installata la culla e ho visto questa creatura meravigliosa che strillava, piangeva ma allo stesso tempo mi è sembrato fosse curato e che stesse bene».

«Lui è Luigi. Piccolo, mamma e papà ti ameranno per sempre», questo il messaggio lasciato nella culla accanto al bambino. «Non parlerei di abbandono, è stato un atto di amore quello dei genitori che hanno lasciato il proprio figlio in un posto dove erano sicuri che sarebbe stato accolto e curato», così ha dichiarato il professore Nicola Laforgia, primario del reparto di Terapia intensiva neonatale del Policlinico di Bari.

Una storia bella, parte di quella grande storia delle culle per la vita come moderne ruote degli esposti che si deve all’opera di Giuseppe Garrone, storico esponente del Movimento per la vita morto nel 2011. È lui che nel 1992 lanciò per primo le culle per la vita, sconvolto dalla notizia di un bambino gettato nell’immondizie, nel suo ricco Piemonte. La storia di Bari del piccolo Luigi è frutto anche di quella voglia di salvare vite umane, una ad una. Perché ogni vita è degna, ogni vita è immagine del Padre. Perché «nessun bambino è un errore».


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