E’ sempre una questione di prospettive. E’ una regola della tecnica fotografica, ma può essere un ottimo insegnamento anche nel giornalismo. Che livore lunedì su Repubblica. Un articolo con tanto di foto prendeva mira l’arcivescovo di Valencia Antonio Llovera Cañizares, reo, addirittura, di essersi ribellato alle ferree disposizioni in materia di culto pubblico disposte in Spagna e di aver aperto la chiesa in occasione della festa della patrona.
Cosa non si fa per mostrare ai propri fedeli la Virgen de los desamparados (La Vergine dei disagiati, principale devozione valenciana): secondo Repubblica il vescovo è stato disposto persino ad aprire le porte della Cattedrale spagnola e far accorrere così una gran folla di fedeli che, inevitabilmente, si è accalcata creando così il classico assembramento. Mal gliene incolse. «ll Comune, guidato da una giunta progressista, ha definito “molto grave e irresponsabile” il comportamento dell’arcivescovo. E la polizia locale ha già fatto rapporto al ministero dell’Interno chiedendo l’applicazione di una pesante multa, come previsto dal decreto governativo sullo stato d’emergenza», dice il quotidiano diretto da Maurizio Molinari.
Di più: nelle loro dichiarazioni, i consiglieri di Podemos e del Psoe (alla guida nella Città delle Arti e della Scienze, ma anche nel Paese) hanno rimproverato al vescovo che non si fa così: si deve dare l’esempio e rispettare le distanze di sicurezza.
Ovviamente, Rep ha preso per oro colato l’attacco podemita a Cañizares, del quale ha ricordato alcuni trascorsi conservatori, come ad esempio essersi opposto al governo Zapatero.
A nessuno è venuto in mente che quella delle distanze di sicurezza potesse essere una scusa per attaccare la Chiesa al di là delle misure Covid?
A noi. Infatti, bastava fare una piccola verifica ed accorgersi che in realtà il cardinale non aveva infranto proprio niente. Men che meno le disposizioni del decreto reale – in Spagna ne hanno fatto uno solo e non mille Dpcm – che disciplina da metà marzo anche il culto pubblico. Il quale, è rimasto libero – udite udite –, ma demandato alle decisioni dei vescovi. A Valencia, Cañizares ha scelto, a differenza di altri, di regolamentarlo chiudendolo al pubblico. Ma questo non significa che i fedeli non potessero trovarsi sul sagrato per pregare, cosa tra l’altro consentita, purché a distanza. Ecco il punto: i fedeli non erano affatto assembrati domenica, ma tutti perfettamente distanziati e ligi. Come si può vedere da questa foto pubblicata da Religionenlibertad (in alto) i fedeli non hanno creato nessun assembramento e la loro presenza era monitorata da ben tre pattuglie della polizia locale. Se ci fosse stato un assembramento, sicuro che gli agenti sarebbero intervenuti.
La foto ritrae lo stesso momento immortalato da Repubblica, cioè l’esposizione della statua della Virgen per pochi minuti al termine della celebrazione eucaristica a porte chiuse. Ma – come detto – da un’angolatura diversa che mostra un distanziamento che nella precedente foto era impossibile da riconoscere.
Sembra di rivedere la tecnica dell’assembramento ai Navigli di Milano della settimana scorsa, che a conti fatti, non era poi così assembramento. Una fotografia può fare miracoli se presa dalla giusta prospettiva. E’ solo quando la prospettiva è ideologica che non si fanno miracoli, ma danni.
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