Drammatici i dati dell’alluvione che ha sconvolto l’Emilia Romagna in questi giorni, con oltre 20 fiumi esondati. Migliaia gli sfollati e le persone fatte evacuare, al punto che il 23 maggio sarà deliberato lo stato di calamità. Una situazione drammatica che ha visto una mobilitazione e uno dispiegamento di forze enorme: oltre 1.000 mezzi impiegati e più di 4.900 uomini e donne tra Vigili del Fuoco, Guardia Costiera, Forze di polizia, Forze armate, organizzazioni di volontariato di protezione civile ecc. E ciò che emerge dalle varie foto e video, è senz’altro il clima di solidarietà che si manifesta nel prestare i soccorsi ad anziani, donne e bambini.
In particolare in un video si nota una donna stretta in un angolo con l’acqua che le arriva al petto e una bambina di circa un anno in braccio. La donna grida in preda al panico chiedendo che qualcuno le tenga la sua bambina ed ecco che uno degli uomini immersi anche lui nell’acqua, si dirige prontamente verso la signora, caricando la bambina sulle sue spalle e portandola in salvo. Così ci imbattiamo anche nelle immagini dei carabinieri che salvano anziani signori aiutandoli ad uscire dai portoni dei palazzi allagati. Insomma, a colpi di semplici immagini, sembrano vacillare tanti discorsi di condanna della cosiddetta “virilità tossica”, del patriarcato e via dicendo.
La concretezza delle situazioni, evidentemente, più di qualsiasi ideologia elaborata a tavolino, dimostra come la mascolinità possa rivelarsi una risorsa preziosa quando c’è da tirare fuori il coraggio, l’audacia, la prontezza nel difendere chi in quel momento è in una condizione di debolezza e fragilità. E che “maschio è bello” ce lo hanno insegnato anche a scuola! Ebbene sì, nelle stesse aule in cui si parla dei femminicidi impostando, però il discorso anziché sulla riscoperta dell’alleanza tra l’uomo e la donna e la valorizzazione della loro strutturale preziosa complementarietà, su una visione, invece, distorta del maschio quasi oppressore e violento per natura.
Eppure sui banchi delle stesse aule abbiamo imparato tutto il contrario: che è esistito un tempo in cui è venuta pienamente alla luce la mascolinità in tutta la sua fiorente, costitutiva bellezza, ovvero il tempo dei cavalieri e delle dame. Nell’amore cavalleresco emerge come le virtù virili: il coraggio, la forza, la fedeltà, l’onore fossero dei collanti preziosi che legavano il cavaliere alla propria dama, in quanto non strumenti di sopraffazione, ma al contrario, di servizio.
La stessa cosa potremmo dire per i cavalieri di oggi, gli uomini in divisa. Ma quale divisa? Secondo un’indagine di Men’ s Health che ha pubblicato un sondaggio realizzato dall’ istituto Eta Meta su un campione di donne tra i 20 e i 45 anni una quota equivalente a 7.705.000 donne, mette al primo posto tra le sue preferenze il carabiniere, tuttavia nella classifica se la cavano bene anche i medici. Qual è allora il tratto comune? Che alle donne piace l’uomo che usa la sua forza per proteggere, curare e difendere. Inoltre la divisa (che sia quella che si usa per combattere o che sia quella che si usa per guarire) manifesta un’identità forte.
Insomma, tappatevi le orecchie cari profeti dell’ideologia woke e teorici del gender fluid, alle donne piace l’uomo forte e virile, con buona pace di tutte le altre 77 e passa identità di genere e alla faccia del politicamente corretto. Allora viene da chiedersi se l’uso sbagliato della forza che oggi si riscontra nella nostra società, non sia frutto di ben altre cause: del venir meno di quell’apparato di valori che sono alla base di ogni relazione, compresa quella tra l’uomo e la donna ridotta o a puro soddisfacimento degli istinti o a braccio di ferro eterno e ineluttabile.
Ma come sempre, quando il giudizio è annebbiato, ci pensa la realtà a dargli una bella lucidata ed ecco che dopo tanti feroci discorsi contro il patriarcato (che oggi peraltro non esiste più, anzi, siamo sempre di più di fronte ad una società senza padri, ahinoi) quando c’è bisogno degli uomini veri, il cui coraggio è la vera cifra e può essere determinante in alcune situazioni, come stiamo vedendo in queste ore drammatiche per l’Emilia Romagna, ecco che si spiega il tappeto rosso e si riconosce il valore degli eroi di turno. E allora onore ai soccorritori e ai militari ora all’opera nelle aree alluvionate. (Fonte foto: Imagoeconomica)
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