Li chiamano «suprematisti bianchi»: si tratta di gruppi, nati e cresciuti spesso in rete, diffusi in Europa e negli Stati Uniti, ben radicati sul territorio, gruppi che si rifanno ad un’ideologia basata sulla convinzione che gli uomini bianchi siano superiori agli altri gruppi etnici. Di conseguenza il razzismo e l’antisemitismo rientrano all’interno di questa ideologia. Cosa, tuttavia, tutto questo abbia a che fare con il mondo del cattolicesimo tradizionalista, non è dato di sapere e, nonostante lo strano grido d’allarme sia stato lanciato niente meno che dall’Fbi, questo strano collegamento rimane un mistero, per la totale assenza di prove serie e accreditate a riguardo. Stiamo parlando, di un singolare promemoria inviato ad UncoverDC.com, udite, udite dall’ex agente speciale dell’FBI di Richmond (Virginia) Kyle Seraphin.
Il promemoria di 8 pagine, del 23 gennaio scorso, che era riservato ad uso interno, viene presentato come un «prodotto di intelligence» che, «pur non essendo esaustivo», può essere utilizzato, scrive Seraphin, come punto di riferimento iniziale per l’agenzia, per condurre future indagini sull’argomento. In quanto l’intento sarebbe quello di proteggere i cittadini dello stato in questione, dalla minaccia del “suprematismo bianco”, che avrebbe trovato casa tra i cattolici che preferiscono la messa in latino, identificati persino con un acronimo RTC ovvero «cattolici radicali tradizionalisti». La spiegazione dell’acronimo, nuovo, per molti nel campo dell’antiterrorismo interno, viene fornita con una nota a piè di pagina, in cui si spiega che i pericolosi RTC sono «tipicamente caratterizzati dal rifiuto del Concilio Vaticano II».
Si prosegue spiegando, ancora, che la predilezione per la Messa in latino, invece che in inglese, si accompagnerebbe ad una serie di concezioni più «tradizionali» riguardo altre religioni, traducendosi in una complessiva visione «antisemita, anti-immigrazionista, anti-Lgbtq e nel suprematismo bianco tout court». Per scrupolo viene anche tracciata una distinzione tra i «cattolici tradizionali», che preferiscono semplicemente la Messa tradizionale in latino e gli insegnamenti pre Concilio Vaticano II, e i pericolosi RTC, che sposerebbero «ideologie più estremiste e violente». Solo un piccolo gap salta all’occhio: ovvero che nella nota di chi traccia questa singolare analisi, non vengano fornite prove di questa ipotetica retorica estremista e violenta. L’aggravante è che questo documento è stato esaminato e approvato dal consigliere capo della divisione dell’FBI di Richmond che è il principale avvocato dell’ufficio.
Inoltre, incredibile, ma vero, tra le fonti «accreditate» ci sarebbe semplicemente la citazione di uno studio diffamatorio condotto dal Southern Poverty Law Center (SPLC) sul tema «cattolicesimo radicale tradizionale». L’SPLC, oltretutto, è stato a lungo rifiutato come fonte oggettiva di prove, dall’FBI, in passato, dato che nel 2020, il centro aveva inserito nel suo «censimento dei gruppi di odio», numerose organizzazioni pro vita e pro family anche cristiane. Il promemoria di Seraphin fa anche riferimento a tre articoli diffamatori anti-cattolici pubblicati dai siti web di estrema sinistra Salon e The Atlantic.
Il documento si conclude con l’arbitraria affermazione, senza alcuna prova provata, appunto, che i cattolici tradizionalisti e i suprematisti bianchi rappresentino una minaccia per l’uso di «siti di social media RTC» (nessun esempio) o «luoghi di culto come basi d’appoggio per promuovere la violenza». Segue anche un elenco di organizzazioni di «cattolici radicali» da sorvegliare: La Fraternità sacerdotale San Pietro (FSSP) la Fraternità Sacerdotale San Pio X (FSSPX) e i gruppi sedevacantisti, sottolineando come la FSSP e la FSSPX abbiano “case di culto” proprio a Richmond. Non se la passano meglio, nel rapporto di Seraphin, alcuni siti cattolici, anche questi additati come “estremisti”. Tra cui: Catholic Family News, The Remnant, The Fatima Center, Tradition in Action, Slaves of the Immaculate Heart of Mary, Culture Wars, Nello spirito di Chartres, Christ or Chaos, e Cattolica Apologetica Internazionale.
Non è rimasto in silenzio, di fronte a tanto “esercizio di sapienza”, il vescovo del Tyler (Texas), monsignor Joseph Strick, il quale a chiare lettere ha dichiarato che tutto ciò dimostra «La profonda ignoranza, nella nostra società, su cosa significhi essere un vero discepolo di Gesù Cristo o, come affermato, in questo caso, “cattolico tradizionalista radicale”. Nostro Signore ci dice di amare i nostri nemici e di pregare per coloro che ci perseguitano. I cattolici profondamente impegnati sono le ultime persone di cui le autorità dovrebbero preoccuparsi. Sì, i cattolici tradizionalisti impegnati difenderanno i nascituri e tutti coloro che sono indifesi, ma le aggressioni violente sono l’esatto opposto rispetto a ciò che significa essere un cattolico tradizionalista radicalmente impegnato. Preghiamo per tutti coloro che ricoprono posizioni di autorità e specialmente per coloro che sono nelle forze dell’ordine» (Foto: Pixabay).
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