L’ultimo endorsment, in ordine di tempo, è stato di stirpe regale, Federico, principe della Corona di Danimarca, conte di Monpezat, nonché il primogenito della regina Margherita II di Danimarca e del principe consorte Henrik, ha prestato il suo sangue blu alle nobile causa del cosiddetto cambiamento climatico. A fine settembre nel corso del Citizen Sustainability Summit, una tre giorni dedicata a sostenibilità e inclusività (evidentemente anche alimentare) ha assaggiato un biscotto di larve essiccate prodotto da BugBox, una start up con sede in estonia che si occupa di «tecnologia e software per l’allevamento di massa di insetti commestibili digitalizzati». Una realtà già operante in diversi Paesi europei, Nord America, Asia, Africa e supportato, ça va sans dire, dall’Unione Europea. Comunque il portavoce di Federico di Danimarca ha confermato che il sovrano ha gradito la specialità in questione e la raccomanda caldamente a tutti.
Dopo il supporto di stirpe regale è stata la volta di quello spaziale. Stavolta giochiamo in casa, la protagonista è Astrosamantha, novella comandante della Stazione Spaziale internazionale che si è rivolta da Tik Tok ai suoi oltre cinquecentomila follower così : «Sapevate che oltre due miliardi di persone nel mondo mangiano insetti? Perché non li provate anche voi? Fanno bene a voi e al pianeta. Sono Samantha Cristoforetti e vi porterò all’ultima frontiera del cibo». Il tutto mentre sgranocchiava una barretta di farina di grillo ai mirtilli. Siamo sicuri che queste spedizioni nello spazio facciano bene?
Poi c’è la farina del sacco di Grillo, Beppe questa volta, che qualche mese fa ha proposto dalle colonne del suo blog di arricchire i menù delle nostre mense scolastiche, a suo modo: Ci sono circa 2.000 specie di insetti commestibili in tutto il mondo, molti dei quali ricchi di proteine, come larve di mosca, vermi della farina, grilli, locuste, eccetera. Questi insetti possono offrire un’alternativa sostenibile alle proteine tradizionali presenti nella carne e nella soia. Ciò potrebbe contribuire a ridurre i 64 milioni di tonnellate di anidride carbonica emesse ogni anno dalla produzione e dal consumo di prodotti a base di carne».
Eh già, la carne è la principale nemica da debelleare in questo momento. E’ veleno per il pianeta e nel mirino delle vestali della sostenibilità ambientale. In Germania già dallo scorso anno Volkswagen ha bandito la carne dalla sua mensa, a ruota hanno seguito le università di Berlino che offrono piatti per il 68% vegani, il 28% vegetariani lasciano a carne e pesce il 4% dei menu. Non va meglio in Finlandia dove non si serve più carne ai buffet legati ad eventi pubblici a partire dal primo gennaio del 2022, mentre dal 2024 nella città olandese di Harlem saranno vietate pubblicità di carne e derivati negli spazi pubblici. Via libera invece a spiedini di millepiedi, cracker alle formiche essiccate, tarantola in pastella, zuppa di maggiolini, risotto alle blatte.
Che dire, potremmo anche bere per dimenticare, almeno per dimenticare quando da bambini non volevamo mangiare le carote. Comunque non è film tragicomico, ahinoi, ma un’ulteriore passo della transizione ecologica, verso la tanto agognata decrescita, che è tutto fuorché felice.
Grazie al cielo noi siamo cristiani. E preferiamo vivere.
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