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Anniversario di Fatima: un’apparizione ancora attuale
NEWS 13 Maggio 2020    di Giulia Tanel

Anniversario di Fatima: un’apparizione ancora attuale

Il 13 maggio del 1917 la Madonna appariva per la prima volta ai tre pastorelli Lucia dos Santos e Giacinta e Francesco Marto. Oggi, a 103 anni di distanza e nel pieno dell’emergenza da Covid-19, il Santuario di Fatima e le zone limitrofe sono strettamente sorvegliate per impedire l’ingresso ai pellegrini: i media parlano dello schieramento di 3500 poliziotti nelle giornate precedenti a quella odierna, che invece prevede un ulteriore incremento del controllo, con poliziotti a cavallo, cani e unità antisommossa.

Si tratta, purtroppo, di una situazione in un certo senso emblematica della fase di crisi che – a vari livelli – stiamo attraversando e che ben si sposa con la constatazione rispetto all’attualità del messaggio di Fatima. Il Timone ne ha parlato con il giornalista e scrittore Saverio Gaeta, già autore del libro: Fatima, tutta la verità. La storia, i segreti, la consacrazione e autore della rubrica Miracoli sulla nostra rivista.

Dottor Gaeta, il messaggio portato dalla Santa Vergine nelle sei apparizioni di Fatima è riassumibile in tre parole: conversione, penitenza e preghiera, pena un castigo per l’umanità. Un monito di estrema attualità…

«Il monito della triplice invocazione di Maria alla conversione, alla penitenza e alla preghiera riguarda in realtà tutte le apparizioni mariane, ma è di certo vero che a Fatima ha assunto una forza particolare perché è stato legato alla storia dell’umanità.
Fatima, ad ogni modo, è un appello non soltanto per la conversione, quindi diciamo legato a una questione spirituale, ma è anche un appello alla pace dei cuori: non assenza di guerra, ma pace dei cuori che si sentono figli di un unico Dio e fratelli nella fede. In questo senso il castigo non deve essere inteso come una minaccia, ma piuttosto come un monito della Madonna che preannuncia all’umanità quali saranno le conseguenze se non si segue il suo messaggio».

In questo tempo di pandemia, la mente di molti è andata ai segreti di Fatima, e in particolare al terzo, in riferimento alla preghiera di papa Francesco dello scorso 27 marzo in una piazza San Pietro deserta. Qual è la sua opinione in proposito?

«La visione di suor Lucia dell’uomo vestito di bianco, che lei riconosce come il Papa, che cammina verso la collina è collegata a un tempo di persecuzione della Chiesa: si tratta infatti di un Papa che cammina tra i cadaveri dei fedeli perseguitati e che verrà a sua volta ucciso. Alla luce di questo, per me è fuorviante legare la veglia di papa Francesco al segreto di Fatima. Purtroppo, il concetto di questa visione attualmente non si è ancora rivelato, e questo proprio perché l’idea di un papa ucciso in tempo di persecuzione non è una visione astratta».

In questo giorno di festa, 13 maggio, la mente non può tuttavia che andare al dolce pensiero del Trionfo del Cuore Immacolato di Maria: dopo le prove, la gioia…

«Il problema a mio avviso è che va compreso che si deve passare con serietà attraverso la prova, cioè riconoscendo che il cielo ci assiste se noi ci comportiamo come opportuno. Sappiamo che la Consacrazione della Russia chiesta da Maria a Fatima ad oggi non è ancora stata fatta in modo completo, quindi il trionfo arriverà solo dopo una prova e quando il mondo chiederà al cielo questo dono.
Questo aspetto mi permette inoltre di fare un collegamento con l’Italia, in riferimento alle polemiche tra “affidamento” e “consacrazione” dello scorso 1 maggio. Bisogna infatti ricordare che l’Italia è stata consacrata a Maria da parte di tutti i vescovi il 13 settembre 1959: si poteva quindi semplicemente rinnovare quella promessa fatta sessant’anni fa e questo avrebbe consentito di superare tutte le polemiche teologiche e invece di sottolineare che Maria è presente tra noi e vuole aiutarci, purché noi chiediamo con umiltà al cielo questa sua materna protezione».


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