lunedì 16 settembre 2024
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Anche noi siamo ciechi se non riconosciamo il Cristo in mezzo a noi
NEWS 8 Settembre 2024    di don Giorgio Bigazzi

Anche noi siamo ciechi se non riconosciamo il Cristo in mezzo a noi

XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B

In questa XXIIIesima domenica del Tempo ordinario, le letture ci ricordano come il Signore nella sua benevolenza e misericordia infinita si chini ancora una volta su di noi per guarirci da tutte quelle infermità che impediscono di amarlo completamente. Siamo quegli “smarriti di cuore” di cui parla il profeta Isaia, ai quali il Signore ricorda: “Coraggio, non temete!” (Is 35,4).

Quanto sono dolci e rassicuranti queste parole, le stesse che Gesù dice al capo della Sinagoga quando gli vennero a dire che la figlioletta era morta: “Non temere. Soltanto abbi fede” (Mc 5,36). Non solo. In Isaia leggiamo anche che “Egli viene a salvarvi. Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi” (Is 35,4-5), tutto muterà perché con la venuta di Cristo l’uomo verrà risanato e redento dal peccato, e mediante i Sacramenti sarà rinnovato dalle fonti inesauribili della grazia.

Ecco perché dobbiamo cantare con il salmista “Loda il Signore, anima mia!” (Sal 145,1), perché Egli è fedele per sempre e anche a noi chiede questa fedeltà che nasce da un rapporto vero, profondo e soprattutto di fiducia con Lui che è l’Amico fedele, la fonte inesauribile di Grazia.

Dio ci chiama a essere suoi testimoni e ad amarlo anche negli altri, mettendo in pratica i suoi insegnamenti – come ricorda san Giacomo nella sua seconda lettera che leggiamo oggi – senza rispetto e riguardi umani, poiché in Cristo non vi sono favoritismi personali. Questi sentimenti di carità devono accompagnare la vita di ciascun cristiano all’interno della Chiesa e della società. Con una tale disposizione del cuore possiamo allora chiedere umilmente a Gesù di essere guariti da Lui, prima di tutto dalle malattie dell’anima che ci impediscono di aprire gli occhi e gli orecchi.

Gesù guarendo il sordomuto attraverso segni concreti – toccandogli gli occhi e la lingua con la saliva – prega il Padre insegnandoci la necessità di ricorrere sempre al nostro Padre Celeste. Egli, inoltre, si mostra il Messia, affinchè vedendolo le folle riconoscessero la sua identità divina.

Quante volte anche noi rimaniamo ciechi di fronte all’agire di Dio e non riconosciamo il Cristo in mezzo a noi.

Questa domenica, in cui festeggiamo anche la Natività della Beata sempre Vergine Maria, chiediamo al Signore la grazia di rinascere a vita nuova, di lasciarci guarire e plasmare da Lui, di essere fedeli e pronti anche noi – come Maria – a donare la nostra vita a Dio, senza riserve.

Celebriamo questo giorno tenendo presenti le parole di san Pier Damiani: “Al nascer della Vergine comparve l’aurora del grande, splendido, giorno di Gesù Cristo. La serenità del mattino è segnale di quella bella giornata. Maria, venendo finalmente ad annunziarci la luce, ci ha portato, con la Sua nascita, il più splendido mattino”.

 


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