Tecnicamente è quello che si chiama dissing, cioè il non rispettare un collega che fa il tuo stesso genere musicale. Nel rap, e oggi nella trap, si “dissa” cioè si fa dissing quando un rapper attacca o critica un altro rapper per qualunque cosa, soprattutto come si atteggia. Ebbene: l’intervista di ieri del Corriere della Sera ad Anastasio, fresco vincitore di X Factor è un dissing vero e proprio rivolto a quei trapper altamente incandescenti come possono essere Sfera Ebbasta (ricordate la strage di Corinaldo?) e la Dark Polo Gang, gruppo di una volgarità e un vuoto esistenziale da fare spavento.
Ora. Anastasio ha presentato il suo nuovo album, uscito giusto in tempo dopo la sua performance a Sanremo in cui ha presentato Correre.
Ed è proprio da una domanda su questa canzone che nasce il primo “dissing” di Anastasio. Il giornalista gli fa notare che in un verso dice: “Tuo figlio idolatra un idiota che parla di droga e di vita di strada”. Inevitabile la domanda furbetta: “E non è difficile intuire a chi si riferisce…”
Già. A chi si riferisce? Anastasio capisce subito l’antifona e parte con una frase non proprio politicamente corretta: «Ma io non ce l’ho mica con i rapper o i trapper, piuttosto me la prendo con i genitori che non si accorgono che i loro figli non hanno più modelli positivi con cui confrontarsi. Dovrebbero fare i genitori, non gli amici, discutendo con loro della totale mancanza di spessore di Sfera Ebbasta: dimostrarsi complici, condividendo questa passione giovanile, non produce nulla di buono. Gli eroi di un tempo non esistono più, oggi sono diventati di carta, e con i figli bisognerebbe parlare anche di questo».
Una frase di buonsenso, pronunciata in un momento della carriera in cui il giovane cantante napoletano si sta ritagliando un ruolo di rapper buono? Forse, o forse no, anche perché bisogna dimostrare poi sul campo di valere la fiducia dei giudici di X factor. Però nella poetica di Anastasio ci sono cose che non sembrano scontate.
Come ad esempio il riconoscere, nella domanda successiva, che la Dark Polo Gang rispetto alla quale si sente «lontano anni luce bada di più all’immagine che alla sostanza». Insomma, doppia “dissata” in pochi secondi.
Però nel video di Correre (vedi sotto) c’è una sostanza che merita di essere analizzata: uno scontro generazionale tra padre e figlio con il primo nella parte dl ragazzino che beve birre con gli amici e va di eccessi e il figlio che ad un certo punto si ritrova persino in chiesa a pregare davanti al crocifisso. Al di là delle possibili strumentalizzazioni, un messaggio chiaro: cari genitori, fate i genitori e non gli amici dei vostri figli, i quali semmai sono più maturi di voi. Una possibile lettura che non mancherà di suscitare dibattito. D’altra Anastasio non è un personaggio scontato, nè politically correct, come dimostrano le polemiche sui like a Salvini che gli valsero la prima gogna mediatica dei mainstream.
Comunque, la scelta di Anastasio di prendere di mira Sfera Ebbasta e la Dark Polo, è significativa di quello che oggi ascoltano i ragazzi. E conferma l’intuizione de Il Timone, che, raccontando proprio di questi due fenomeni trap e di molti altri, tra cui Salmo, Izi e Chadia Rodriguez, ha realizzato un dossier dedicato proprio ai trapper e agli influencer, con un’intervista a Franco Nembrini. Un dossier da leggere per un genitore che voglia sapere davvero che cosa vive e affascina il proprio figlio e come dargli una speranza diversa rispetto al vuoto che respira. E da leggere anche per un giovare che abbia voglia di andare oltre le parole.
Potrebbe interessarti anche