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Anarchia nel Regno Unito: la fecondazione assistita a tre. L’Authority: «Non fa male, quindi si puà fare»
NEWS 6 Giugno 2014    

Anarchia nel Regno Unito: la fecondazione assistita a tre. L’Authority: «Non fa male, quindi si puà fare»

Siccome dicono che non sembra pericoloso, il metodo d’inseminazione artificiale che permette di ottenere bambini con tre “genitori” è da adottare. Lo sentenziano gli esperti che l’ente governativo britannico Human Fertilisation and Embryology Authority ha incaricato per valutare rischi e benefici dell’operazione. Tutto è insomma tecnicamente pronto affinché politicamente venga detto il fatidico «sì».

Nel Regno Unito, infatti, l’inseminazione artificiale a tre resta per il momento illegale, e quindi i suoi fautori si muovono ancora con i piedi di piombo onde non rischiare, causa troppa fretta, di mandare maldestramente all’aria tutto questo colossale ‒ subdolo quanto strategico ‒ tentativo per ribaltare completamente ‒ una volta in più, in un ennesimo modo nuovo, diverso ‒ la natura, la famiglia, la procreazione e gli affetti degli esseri umani.

 
Accampando la solita scusa dell’“igiene riproduttivo” ‒ in questo caso la versione data è quella secondo cui, così facendo, si eviterebbe la trasmissione genetica di certe brutte malattie, si dice circa 50, causate da mitocondri danneggiati ‒, la tecnica della fecondazione assistita a tre agisce sostituendo nell’ovulo della madre i mitocondri danneggiati con quelli presi dall’ovulo di una donatrice terza, per poi fecondare l’ovulo geneticamente modificato con lo sperma maschile, ottenendo così un embrione con tre DNA.
 
Basterebbe fermarsi qui. Ma, guarda caso, i suddetti esperti aggiungono (come sempre, ma proprio sempre sempre in casi così) che in realtà non ci sono affatto prove sufficienti per dire che l’obiettivo prefissato, cioè appunto la prevenzione di certe malattie genetiche, si possa davvero combattere attraverso la fecondazione artificiale a tre…
 
Cioè: 1) la tecnica medica fa di tutto per far produrre agli uomini figli "perfetti", almeno per quel che, limitatissimamente, la scienza è in grado di “prevedere”; 2) per ottenere questo scopo la tecnica medica va letteralmente sin tra le gambe del diavolo; 3) ma poi, dopo avere distrutto tutto ciò che è ragionevole, buono e bello nella trasmissione della vita, nella costruzione di una famiglia e nel rispetto integrale dell’essere umano nella sua anima e nel suo corpo, quella stessa tecnica medica ci dice disinvoltamente che assai probabilmente è tranquillamente tutto inutile per quel che riguarda la motivazione ufficiale dell'operazione; 4) e che però, dato che la cosa si può tecnicamente fare, e apparentemente senza produrre danni visibili immediati, si fa, anzi va fatta.
 
Come non vedere che lo scopo principale di tutto è allora proprio solo la manipolazione della natura umana e la distruzione della dignità personale, nascoste, e nemmeno troppo bene, sotto superficiali e risibili motivi “di salute”?

Del resto, sono ormai solo la sofistica e la pusillanimità a dettare legge. «Prima di tutto queste tecniche non porteranno alla clonazione», vuole infatti precisare il dottor Andy Greenfield, capo del suddetto gruppo di esperti. «Secondariamente questa non è eugenetica perché l’eugenetica secondo me evoca l’impedimento della nascita di qualcuno mentre queste tecnologie permetteranno alle donne di avere bambini geneticamente imparentati e sani». Per poi concludere serafico da par suo: «Questo gruppo non doveva occuparsi di etica ma di scienza». Già, come quando certi loschi figuri, in certi raccapriccianti campi di concentramento, armeggiavano freddamente sugli esseri umani coi loro arnesi e i loro alambicchi tanto per vedere l’effetto che fa…