Da qualche settimana circola senza far rumore uno scritto del cardinale Ennio Antonelli a commento dell'esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia.
Il cardinale Antonelli, 79 anni, è un'autorità in materia. È stato presidente per cinque anni del pontificio consiglio per la famiglia e ha anche accumulato una notevole esperienza pastorale. È stato arcivescovo prima di Perugia e poi di Firenze, oltre che segretario per sei anni della conferenza episcopale italiana. Ha una solida formazione teologica e appartiene al movimento dei Focolari.
Eppure, nonostante queste sue credenziali, non fu chiamato da papa Francesco a prendere parte al sinodo sulla famiglia, né alla prima né alla seconda sessione.
Ma ciò non gli ha impedito di partecipare attivamente alla discussione, in particolare con un libretto pubblicato nel giugno di un anno fa e ampiamente citato in questo servizio di www.chiesa:
> Sinodo. Il doppio grido d'allarme del cardinale Antonelli
Un anno fa, il timore del cardinale era che «la comunione eucaristica dei divorziati risposati e dei conviventi diventi rapidamente un fatto generalizzato», con la conseguenza che «non avrà più molto senso parlare di indissolubilità del matrimonio e perderà rilevanza pratica la stessa celebrazione del sacramento del matrimonio».
Oggi, dopo la pubblicazione di Amoris laetitia, questo timore non lo vede fugato. Ma nemmeno gli appare invincibile, se di Amoris laetitia si saprà dare – scrive – un'applicazione attenta e sapiente, capace di far luce sui suoi passaggi oscuri, meglio ancora se con l'aiuto di future «ulteriori indicazioni da parte della competente autorità».
Come già avvenne un anno fa, anche questo scritto del cardinale Antonelli prenderà presto la forma di un piccolo libro, edito in Italia da Ares.
Al link sottostante se ne possono leggere alcuni passaggi. Di particolare interesse sono, nel finale, i consigli dati ai confessori circa l'accesso alla comunione dei divorziati risposati.