La valanga di reazioni da tutto il mondo ha travolto la cerimonia di apertura dei Giochi olimpici di Parigi e il suo regista, Thomas Jolly, ha tenuto a precisare che «non era l’Ultima Cena la mia ispirazione, credo fosse abbastanza chiaro che si trattava di Dioniso che arriva a tavola, è il dio della Festa, del vino e padre di Sequana, la dea legata al fiume».
A parte il fatto che non risulta che Sequana (divinità celtica che impersona il fiume Senna) sia la figlia di Dionisio, segno forse di una certa confusione nel tentativo di mettere la toppa al buco, è difficile pensare che il quadro della cerimonia di apertura delle drag queen intorno alla tavola non fosse in qualche modo ispirato all’iconografia cristiana. Prima dell’arrivo di Dionisio sulla scena il quadro sembra proprio assomigliare all’Ultima Cena, così tanto che in giro per il mondo tantissimi l’hanno interpretata così. Persino Big Bertha, artista drag ed ex partecipante della “Drag Race France” l’ha compresa in questo modo.
Al punto che gli organizzatori della cerimonia comunque sono corsi ai ripari. Anne Descamps, direttrice della Comunicazione di Parigi 2024, ha precisato che «se qualcuno è stato offeso, noi ce ne scusiamo». Insomma, qualcosa è andato storto nell’ermeneutica del «dio della Festa» che avrebbe ispirato Jolly.
Ad occhio attento poi il riferimento a Dioniso in un contesto di iconografia che può rimandare all’Ultima Cena ha un certo sapore di Nietzsche. Non sappiamo quanto il drammaturgo sia ferrato in materia, ma certamente avrà almeno orecchiato che il legame tra Dioniso e Cristo in Nietzsche è quello di due poli opposti: Dioniso rappresenta l’accettazione e l’affermazione della vita, con tutti i suoi aspetti dionisiaci di caos e irrazionalità, mentre Cristo rappresenta per Nietzsche la negazione della vita e la fuga dal mondo terreno verso una promessa di redenzione ultraterrena. La rappresentazione delle drag queens alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi potrebbe così essere una trasmissione in mondovisione della vittoria di Nietzsche nella sua critica ai valori cristiani con una reinterpretazione dei valori morali.
Nonostante Thomas Jolly dica di non essersi ispirato all’Ultima Cena, viste anche le scuse dell’organizzazione, resta valida la presa di posizione dei vescovi francesi che sabato scorso hanno rilasciato un comunicato in cui hanno deplorato «profondamente» le scene «di derisione e di scherno del cristianesimo». Perché, comunque la si voglia intendere o far intendere, il sentimento religioso, non solo quello cristiano, è rimasto certamente ferito «dall’eccesso e dalla provocazione di certe scene».
Alla fine conviene però ringraziare il signor Jolly visto che la sua performance ha almeno avuto il merito di risvegliare i cristiani di mezzo mondo. Un woke cristiano, perché come dice un vecchio adagio “il diavolo fa le pentole ma non i coperchi”.
Potrebbe interessarti anche