Al Sabato del Timone si è parlato (del Ciuffo) di Trump

Oggi è l’inaguration day del 47° presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump. Si tratta della cerimonia formale della fine del mandato di Joe Biden e l’inizio di quello del tycoon, risultato vincitore delle elezioni nel novembre scorso. Tra gli ospiti, oltre a molti capi di stato (Giorgia Meloni compresa), ovviamente, c’è Elon Musk, l’istrionico imprenditore che rappresenta un simbolo di questa nuova avventura di Trump alla Casa Bianca.

Della vittoria di Trump, nonostante molto gli remasse contro, a volte anche se stesso, abbiamo parlato al terzo Sabato del Timone con Costanza Cavalli, l’autrice del libro “Il Ciuffo di Trump. Morte e rinascita dell’incubo delle élite” (Ed. Il Timone), il direttore di Libero, Mario Sechi, e l’analista di origini statunitensi Andrew Spannaus.

La débâcle dei sondaggisti, quella dei grandi media mainstream e delle star hollywoodiane, sono state una sorta di campanello di allarme di come un certo mondo liberal non riesce più a sintonizzarsi sulla lunghezza d’onda della gente che vorrebbe rappresentare. Non hanno tenuto conto, come ha detto Costanza Cavalli, che «se un americano deve pagare un etto di burro tre volte tanto, cosa vuoi che gliene importi della cultura woke…».

Così, quello che il direttore Sechi ha definito un «casinista di talento», si appresta a governare gli Stati Uniti d’America; davanti a lui ci sono la guerra e la pace, l’economia internazionale, i rapporti con la Cina. All’Europa toccherà diventare adulta, se ce la farà. E l’Italia potrebbe cogliere un’opportunità più che un rischio, se sarà capace. Noi possiamo solo augurarci che Donald Trump innanzitutto abbia a cuore l’uomo, sapendo che il buon Dio a volte si serve di ciò che non avremmo mai pensato per scrivere dritto tra le righe storte della storia.

Grazie ai tanti lettori che anche quest’anno hanno partecipato ai Sabati del Timone sotto lo sguardo della Madunina.