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Addio virilità: il supereroe è supergay
NEWS 14 Marzo 2019    di Andrea Zambrano

Addio virilità: il supereroe è supergay

Scordatevi Superman che svolazza sui grattacieli di New York con Lois Lane; in quanto a Capitan America, non servirà più mostrare muscoli per far impazzire le giovani studentesse. Il gaying correct approda anche nel fantastico mondo dei supereroi, i quali, dopo anni e anni di stanca monotonia monogamica eterosessuale, adesso hanno bisogno di una svolta.

Anzi, meglio: di un ribaltone. Come ci informa la Marvel, il colosso americano che da decenni sforna i più grandi supereroi dei fumetti e poi del cinema, il mondo – nientemeno! – è pronto per un super eroe gay. Almeno il mondo che vuole intercettare Victoria Alonso, caporedattore della sezione cinema della nota testata fumettistica che sembra proprio convinta dalla necessità di omosessualizzare anche l’ultimo brandello di virilità rimasta.

Superman e Spiderman non facevano distinzioni né discriminazioni nel salvare chicchessia. Però avevano questo stantio e un po’ monotono vizio di accompagnarsi alla fine sempre con la bella, sedotta e salvata, in un metaforico quanto sano gioco dei ruoli: il maschio provvede alla salvezza della donna, più indifesa, ma non meno portatrice di dignità. La donna rende umano l’eroe.

Balle. Sentite come l’ha giustificata la Alonso, parlando a Variety dell’ultimo progetto, The Eternals. Una che, si vede, nella vita non deve mai essere stata salvata nemmeno da un compagno di classe premuroso nell’evitarle una caduta in una pozzanghera: «Il nostro successo si basa su persone che sono incredibilmente diverse, perché noi non dovremmo preoccuparci di dare la giusta rappresentanza della diversità? Perché dovremmo voler rappresentare una sola tipologia di persone? Il nostro pubblico è globale, diverso e inclusivo. Se non facciamo attenzione alla diversità per il nostro pubblico falliremo; il mondo è pronto a un supereroe gay».

Forse nessuno se n’è accorto, ma questa frase cela un razzismo omofobico davvero impertinente. Diversità? Significa che i gay sono diversi? Ma diversi da cosa? Orrore, griderebbe scandalizzata qualche vestale del politically correct. Ma in fondo non se ne farà niente, perché il concetto che deve passare è proprio la normalità dell’essere gay, che deve investire anche la straordinarietà dell’essere un personaggio dotato di super poteri messi, di solito, a servizio del bene e dei fratelli.

Ma ormai la dittatura gay è in fase avanzata. Lo dimostra il fatto che la decisione della Marvel è arrivata senza alcuna sollecitazione di qualche lobby particolare. E per giunta da una donna. Segno che il verbo della gaying correctness è stato recepito in tutti i contesti. E consegna alla dittatura omosessualista anche l’ultima isola rimasta dove ancora virilità faceva rima con coraggio. Adesso il superoe è gayfriendly.


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