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Anche noi, come Paolo, possiamo conoscere Gesù Cristo
NEWS 23 Giugno 2024    di Fabrizio Porcella

Anche noi, come Paolo, possiamo conoscere Gesù Cristo

Nella II Lettura odierna S. Paolo ci parla di qualcosa di fondamentale che tocca concretamente la vita di ogni credente. Alzi la mano chi, almeno una volta nella sua vita, non si è trovato a sospirare: Beati quelli che hanno visto e conosciuto Gesù sulla terra, che Gli han parlato, l’han toccato!…

Bene oggi  S. Paolo ci ha appena detto : “Se anche abbiamo conosciuto Cristo alla maniera umana, ora non lo conosciamo più così…le cose vecchie sono passate, ne sono nate di nuove”. Vuol dire che per essere veri cristiani non è importante aver visto Gesù con gli occhi corporei prima della Sua Resurrezione.

Se ci facciamo caso, neppure S. Paolo l’ha conosciuto così; infatti la sua esperienza decisiva di Cristo è stata quella celebre sulla via di Damasco, quando si imbatte in Gesù già glorificato.

Paolo fa l’esperienza di Cristo che può fare ognuno di noi. Si chiama fede.Se anche abbiamo conosciuto Cristo alla maniera umana, ora non lo conosciamo più così” , cioè anche per chi Lo aveva visto sulla terra, poco importava ciò se adesso non aveva la virtù della fede.

Riflettiamo un attimo su questo: anche Caifa, Pilato, le persone che urlavano “crocifiggilo!” vedevano Gesù con i propri occhi, eppure ciò non ha giovato alla loro fede, difatti non hanno creduto in Cristo come Figlio di Dio. Com’è , allora, che Paolo ha conosciuto Gesù per la prima volta, non intendo la conoscenza decisiva che darà una svolta alla sua vita – Damasco – ma la prima esperienza di Saulo con il Nazareno?

Attraverso la Chiesa; è il Risorto in persona a dirglielo: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?” Come faceva Saulo a perseguitare Cristo se Questi era già in Cielo? Perché colpiva i cristiani, cioè la Chiesa con cui Gesù risorto pienamente si identifica per Sua espressa affermazione.

Ecco che facilmente arriviamo a noi adesso: non ci è dato  – salvo miracoli – di fare esperienze straordinarie di Cristo, non Lo vediamo come possiamo vedere un nostro amico davanti a noi, ma vediamo la Chiesa, possiamo parlare con chi in Gesù crede già, abbiamo lo stesso strumento che aveva Saulo, lo stesso tipo di accesso al Signore che era alla portata di quell’Apostolo che non si stancherà mai di annunciare al mondo Gesù Crocifisso e Risorto.

Non siamo degli svantaggiati rispetto ai primi Apostoli che hanno mangiato con Gesù; attraverso una sincera ed appassionata vita di Chiesa possiamo essere nel novero dei Beati. Quei beati che “pur senza aver visto, avranno creduto”.


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