In una società in cui si assiste sempre di più alla svalutazione di amore, fedeltà, sesso e rispetto, è risuonato fragoroso, il recente richiamo della Santa Sede, alla castità prematrimoniale, contenuto nel documento del Dicastero per i laici che traccia le nuove linee per la preparazione al matrimonio Itinerari catecumenali per la vita matrimoniale. Nella Prefazione, si legge che la Chiesa deve avere il coraggio di “proporre la preziosa virtù della castità” – pur essendo- “in diretto contrasto con la mentalità comune”.
Niente di nuovo sotto il sole: da sempre la Chiesa insegna che la castità è la via privilegiata per non sottomettere l’altro ai propri desideri e vivere un amore puro, delicato e libero, eppure le polemiche sono esplose, in quanto il messaggio non sarebbe “al passo coi tempi”. Ma c’è anche chi non la pensa così, come dimostra l‘esperienza di “Purex”, movimento fondato, nel 2011, da Stefania Spezzacatena e Giuseppe Punto, coppia di pastori trentenni della chiesa pentecostale Ministero Sabaoth, con l’intento di far conoscere la verità su ciò che la Bibbia dice sulla purezza, come ci spiega la stessa Stefania, nella nostra intervista.
Stefania, come nasce l’idea di fondare Purex?
«Il Movimento è nato tra il 2010 e il 2011, perché io e mio marito Giuseppe, siamo pastori dei giovani, presso la Sabaoth Church di Milano e da un po’ di tempo avevamo il desiderio di parlare ai ragazzi di come Dio vede la sessualità, attraverso la Bibbia. Dopo una serata passata a predicare sull’argomento e diffusa tramite YouTube, a cui è seguito l’entusiasmo generale, di chiese sia cattoliche che protestanti, abbiamo ricevuto numerosi inviti, perché l’esperienza venisse ripetuta anche in altri contesti. Così piano piano si è strutturato il movimento che è attualmente formato da un insieme di persone che credono nella castità e nella purezza, prima del matrimonio e durante il matrimonio, in cui ci si impegna a rispettarsi e ad essere fedeli».
All’interno del vostro percorso proponete il cosiddetto “patto di purezza”, in cosa consiste?
«È una preghiera rivolta a Dio, con cui ci si impegna a rimanere casti fino al matrimonio. In occasione di questa promessa regaliamo una targhetta militare, su cui scriviamo “allo stato puro per scelta”, perché la scelta di vivere in purezza oggi, richiede lo stesso coraggio di un soldato, il coraggio di chi decide di andare controcorrente».
Perché i ragazzi dovrebbero aderire a questo modello di sessualità, basato sulla castità?
«Innanzitutto per avere cura del proprio corpo, non dandosi a chiunque e questo è un principio che vale per tutti. Inoltre, quella della castità, è una scelta dettata dalla fede, non si può predicare la purezza, senza predicare prima Cristo. Se crediamo nella Bibbia, crediamo anche che l’insegnamento della Bibbia voglia il meglio per noi. Parliamo, insomma, di una scelta dettata dall’amore per Dio».
É così difficile e anacronistico, come afferma la nostra società, vivere in castità?
«É vero che non sono tantissime le persone che credono e vivono la castità, tuttavia, sono più di quelle che immaginiamo, perché è tranquillamente possibile dominare i nostri istinti e tanti ragazzi lo fanno. Tanto che abbiamo lanciato una challenge su Instagram, invitando i ragazzi che vivono in castità a inviarci un video con la loro testimonianza. Hanno aderito diversi giovani e coppie sposate che hanno mantenuto la castità fino al matrimonio. Purtroppo molti ragazzi non hanno potuto farlo, perché sarebbero stati linciati, dato che oggi, non c’è molto rispetto per il pensiero altrui, pensiamo, ad esempio, anche al vespaio di polemiche suscitato dalle parole del Papa. Ma si tratta di una scelta d’amore che va rispettata anche da chi la pensa diversamente. Peraltro, avere una sessualità spinta, non è affatto “moderno”, nelle epoche passate ci si dava molto facilmente: se pensiamo ad alcuni racconti della Bibbia, leggiamo che c’era la “prostituzione sacra”, le concubine. Oggi, dunque, andare controcorrente, essere “trasgressivi”, essere “moderni”, è sposare la purezza».
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