Non si spegne l’indignazione del mondo cattolico statunitense dopo lo scandalo dei fatti di abuso attribuiti al cardinale Theodore McCarrick, di cui Papa Francesco ha accettato la rinuncia al collegio cardinalizio il 28 luglio scorso. Quaranta giovani cattolici hanno firmato una lettera aperta chiedendo «un fuoco purificatore».
Pubblicata sulla rivista americana First Things, la lettera domanda «un’indagine approfondita e indipendente sulle denunce di abusi da parte dell’Arcivescovo McCarrick, sia su minori che su adulti. Vogliamo sapere chi nella gerarchia sapeva dei suoi crimini, quando lo sapevano e cosa hanno fatto in risposta». È questa la domanda chiave che ruota intorno alla accuse tremende che gravano sull’influente porporato, arcivescovo emerito di Washington Dc, e mentore di diversi vescovi americani.
Nella lettera i quaranta giovani, categoria a cui la chiesa dedicherà il prossimo sinodo di ottobre, chiedono al Papa che «il silenzio che circonda la scorrettezza sessuale nella Chiesa venga spezzato» e che «i vescovi agiscano in modo chiaro quando i sacerdoti ignorano l’insegnamento sessuale della Chiesa, e le reti di sacerdoti sessualmente attivi vengano sradicate. Chiediamo ai buoni sacerdoti la libertà di dire ai loro vescovi ciò che sanno, senza paura di rappresaglie».
Ancora più dura la lettera che gli appartenenti all’organizzazione ECA (Ending clergy abuse), organizzazione internazionale che è animata da vittime di abusi perpetrati dal clero cattolico nel mondo, hanno fatto pervenire all’arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin. In vista dell’imminente incontro mondiale della famiglia che si terrà in Irlanda dal 25 al 26 agosto prossimi, i firmatari chiedono a Martin che si adoperi nei confronti del Papa per rimuovere dall’elenco degli oratori del meeting mondiale delle famiglie il cardinale Oscar Maradiaga, arcivescovo di Tegucicalpa in Honduras, il cardinale Kevin Farrell, capo dell’importante dicastero vaticano per i laici, famiglia e vita e il cardinale Donald Wuerl, oggi arcivescovo di Washington.
I tre cardinali, scrivono quelli dell’Eca, anziché avere ruoli di onore, dovrebbero essere indagati per il sospetto di aver «protetto i confratelli vescovi che hanno commesso abusi sessuali». Per il coordinatore del gruppo di nove cardinali che affianca il Papa nel governo della chiesa, Oscar Rodriguez Maradiaga, il problema è riferito alle accuse di abusi nei confronti di ex seminaristi che sono state rivolte al suo vescovo ausiliare, monsignor José Pineda Fasquelle, di cui Francesco ha accettato le dimissioni dopo mesi di indagini che sembrano confermare le notizie che da tempo circolavano in Honduras. Maradiaga poteva non sapere?
I cardinali Farrell e Wuerl, invece, sono tirati in ballo per le malefatte del cardinale McCarrick. Il primo, infatti, è stato ordinato vescovo dall’ex porporato a Washington, e inoltre i due hanno lavorato gomito a gomito per alcuni anni, addirittura, si dice, condividendo lo stesso appartamento. Mentre Wuerl ha sostituito McCarrick come pastore di Washington, inoltre prima è stato vescovo di Pittsburgh dal 1988 al 2006, diocesi che sembra avere un ruolo molto pesante in un dossier sugli abusi del clero che la corte suprema della Pennsylvania dovrebbe presto rilasciare. Farrell e Wuerl potevano non sapere?
«In primo luogo», scrivono le vittime dell’Eca, «qualsiasi vescovo che copra un altro vescovo non dovrebbe essere considerato di fiducia per salvaguardare le famiglie cattoliche, e ancor meno per predicare al mondo la sacra e intrinseca dignità e il significato della vita familiare. Siamo profondamente turbati dal fatto che tre cardinali, che potrebbero aver protetto i vescovi violenti che si sono macchiati di abuso, stanno svolgendo ruoli significativi nel World Meeting of Families».
È difficile poter esprimere giudizi precisi su di un campo scivoloso e minato, ma visti i recenti fatti (dal caso McCarrick, al terremoto che ha colpito la chiesa cilena) sarebbe davvero opportuno che a queste lettere venisse data risposta.
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