Enzo nasce il 20 ottobre 1959 nella Stalingrado d’Italia, a Sesto San Giovanni, la città simbolo del comunismo italiano, dove ancora negli anni Cinquanta del secolo scorso era difficile immaginare una proposta culturale e una presenza politica che non s’ispirasse all’ideologia dominante. Ma Enzo accetta questa sfida e fin dagli anni del liceo scientifico, frequentato sempre nella sua città natale, si convince della importanza di questa battaglia di libertà contro l’oppressione dell’ideologia e così assume pubblicamente un’identità anticomunista.Negli stessi anni, conosce e s’impegna in Alleanza Cattolica dove per trent’anni svolgerà il suo apostolato religioso e culturale, esemplare per la generosità e per l’intelligenza, soprattutto per la straordinaria attenzione ai bisogni delle persone, che sapeva individuare attraverso una grande capacità di ascolto e di analisi, e prevenire, perché nessuno si sentisse umiliato. Chi lo ha conosciuto già allora ha potuto verificare nel tempo il profondo lavoro della Grazia su di lui. Dotato di un carattere non facile, forte e schietto, ha saputo combattere la più grande e difficile delle battaglie, accogliendo i suggerimenti che il Signore, con la mediazione della Madonna che Enzo tanto amava, gli proponeva per diventare, attraverso un faticoso combattimento interiore, quello che tutti abbiamo poi conosciuto e amato.Questa grande battaglia interiore viene combattuta già dagli anni dell’università, in Cattolica, dove si laurea in Giurisprudenza nel 1983 con una tesi su un tema, il Sessantotto, che continuerà a studiare e con il quale si confronterà per tutta la vita. Dopo avere percorso l’itinerario formativo che molti di noi hanno sperimentato nell’associazione alla quale aveva aderito, nella seconda metà degli anni 1970, Enzo costituisce, con quelli che saranno gli amici più cari, e poi guida la croce dedicata e protetta da san Sebastiano martire, una delle più importanti fra quelle che hanno permesso l’esistenza e il radicamento di Alleanza Cattolica nella città di Milano. Dopo la laurea e l’inizio dell’attività professionale in una grande azienda milanese, Enzo sposa Sabrina Pagani il 1° ottobre 1988. Dal loro felice matrimonio nasceranno Carlo, Francesco, Sebastiano e Lorenzo, e accanto alla comunità familiare si costituirà anche una altrettanto feconda comunità professionale, nel campo del diritto del lavoro.Poche persone hanno saputo, come Enzo, coniugare legami familiari, impegno professionale e militanza cattolica in un’unica testimonianza, che sapeva certamente distinguere gli ambiti, ma per unire, per legare, per tenere insieme.È proprio questa straordinaria capacità di relazione la sua più grande e più bella eredità. Una capacità di relazione che non è rimasta soltanto legata alla sua pur preziosa persona, ma che ha saputo costituire ambienti, occasioni, realtà che dovranno continuare. Queste realtà nascono in qualche modo tutte dalla sua riflessione sul Sessantotto. Enzo sapeva che quella Rivoluzione culturale aveva colpito soprattutto le famiglie e i giovani e così a giovani e famiglie dedicherà gli ultimi dieci anni della sua vita. Il suo impegno nasceva certamente dallo studio e dall’analisi, storica e culturale, ma anche dalla consapevolezza che la rivoluzione del Sessantotto si era radicata soprattutto nelle tendenze delle persone e dunque comportava la costituzione di ambienti, dove queste tendenze potessero essere rieducate, anche attraverso l’esempio. Così il suo ufficio, la sua casa erano luoghi dove lui e Sabrina offrivano generosamente e costantemente il loro tempo, i loro consigli, per organizzare e per incontrarsi. Questo impegno ha dato molti frutti. Uno di questi è certamente il saggio “Gli anni del desiderio e del piombo. Sessantotto: terrorismo e rivoluzione”. Un libro ben costruito, ricco di riferimenti bibliografici, frutto di tante letture, ma soprattutto un libro pensato per l’apostolato, per quelle centinaia di giovani che Enzo ha incontrato e continuava a incontrare, per aiutarli a crescere, spiritualmente e intellettualmente, affinché diventassero delle persone pronte a rendere a Dio la gloria che merita. Accanto ai giovani le famiglie, per le quali ha dedicato tanto tempo con lo stesso entusiasmo e con la medesima intelligenza, consapevole che nessuno potrà mai sostituirsi alla famiglia nell’educazione dei figli e perfettamente cosciente di quanto la famiglia sia stata ferita dai disastri culturali ed esistenziali provocati dal Sessantotto. Un libro che, quel primo pomeriggio del 1° gennaio, mi ha messo fisicamente in mano, dicendo che aveva pensato all’Isiin, l’Istituto Storico dell’Insorgenza e per l’Identità Nazionale, per aiutarlo a completare l’opera, prima della pubblicazione. E così è stato.