Vincere la denatalità

Come si vince l’inverno demografico? Bella domanda; così bella che nessuno pare avere la risposta. Di certo non l’ha il Vecchio Continente dove, dice Eurostat, i 4,68 milioni di bambini nati nel 2008 – nonostante i bonus, gli ingenti flussi migratori e l’aumento dell’occupazione femminile – si sono progressivamente ridotti fino a fermarsi ai 3,88 milioni nel 2022. Perfino la Francia, a lungo nazione dalla natalità invidiabile, è scivolata a 1,60 figli per donna, affondando sotto il decisivo tasso di sostituzione (2,1 figli per donna), dov’è da ormai 15 anni. Le culle vuote iniziano ad essere un problema anche negli Stati Uniti.

Quindi, che fare? Per andare oltre le solite previsioni catastrofiche, il Timone di settembre offre ai lettori uno speciale primo piano in cui si indicano le soluzioni per contrastare davvero – al di là di bonus, aiuti economici e slogan – la denatalità; e lo fa con una articolata analisi di Giuliano Guzzo, sociologo oltre che caporedattore del mensile, con una lunga intervista di Matteo Carnieletto alla professoressa Catherine Pakaluk, economista e madre di otto figli e, infine, con una testimonianza di Marcello Belletti, padre di sette figli che riflette sull’origine della «Sovrabbondanza» e sul fatto che troppe coppie oggi si fermano davanti a timori economici.

Quello che viene in definitiva offerto ai lettori è uno sguardo controcorrente e documentatissimo sulla denatalità, messa a fuoco per la prima volta come questione anzitutto valoriale – anzi, spirituale -, e che, senza un ripensamento da parte dell’Occidente che da decenni contrasta vita e famiglia, sarà impossibile affrontare in modo efficace. Insomma, Timone di settembre smaschera le vere origini della denatalità e illustra ai suoi lettori l’inverno demografico come non è mai stato raccontato.

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